Dante Ferretti firma il fantasy “Il settimo figlio”

Dante Ferretti firma il fantasy “Il settimo figlio”
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ANCONA - C'è un brutto film nelle sale. "Il settimo figlio". Un rimasticato pasticcio fantasy con maghi e streghe e demoni. Il regista Bodrov non ne azzecca una. Ma anche nei brutti film può esserci qualcosa per cui vale la pena dare un'occhiata. Qui sono le scenografie di Dante Ferretti.




Un paesello che pare uscito da un quadro fiammingo e altre bellezze sparse che neppure l'inettitudine del regista può guastar del tutto. Ci si domanda perché questo gigante del cinema abbia accettato di lavorarci, con Bodrov.



Dopo aver collaborato con Pasolini e Antonioni, Ferreri, Gilliam e De Palma, e Tim Burton e Fellini e Scorsese. E aver vinto tutti i premi possibili. In quella miniera che è YouTube, abbiamo scovato una pietra preziosa. Il filmato dell'incontro con il pubblico, durante l'ultimo festival di Taormina, dello scenografo maceratese e della sua compagna di vita e d'arte Francesca Lo Schiavo. Lezione fondamentale.



"Una scenografia deve contenere qualche errore. Ricostruendo un contesto bisogna prendersi qualche libertà. La perfezione suona falsa". Altra lezione: il lavoro preliminare va svolto con cura. D'ogni ambiente indicato dalla sceneggiatura, Ferretti realizza un plastico. Gigantesco, di norma.

Dettagliato, così da visualizzare tutto per bene. Capitolo tecniche di autodifesa.



Il "nemico" d'ogni artista del cinema si chiama produttore esecutivo, quello che segue passo passo la lavorazione del film, controllando che si rispettino tempi e budget. Il grande scenografo cerca di incrociarlo il meno possibile. Se proprio deve parlarci fornisce rassicurazioni falsissime.



Il produttore: "Davvero dobbiamo realizzare tutto questo? Quanto ci verrà a costare?". Ferretti: " Non si preoccupi, toglierò molte cose". Un aneddoto. "Gangs of New York" Scorsese propose di girarlo in Canada.


I produttori fratelli Weinstein in Romania. Ferretti invitò il regista a pranzo in un ristorante romano. "Dove puoi mangiare così bene, Martin"? E Martin scelse Cinecittà. Il mistero svelato, infine. Perché Ferretti non ha fatto le scene di "The Wolf of Wall Street"? Perché impegnato con "Il settimo figlio". Roba da mordersi le mani. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico