PORTO SANT'ELPIDIO - Un po’ di buonumore per stemperare la tensione di questi giorni di emergenza Coronavirus: questa l’introduzione che Eva Crosetta,...
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Quattordici anni fa Neri Marcorè ha interpretato Papa Giovanni Paolo I nella fiction di Rai 1 “Papa Luciani, il sorriso di Dio”, e nel corso della puntata ha ripercorso i ricordi legati a quell’interpretazione. A cominciare dalla frase «Sorridere, sorridere sempre» detta dal personaggio. Riverdersi nel ruolo di Papa Luciani, lo ha fatto ripensare a suo padre, scomparso da anni. «La somiglianza in questo trucco era molto vicina alla sua figura – ha detto nel corso della trasmissione –. Ricordo poi il regista Giorgio Capitani e il produttore Francesco Scardamaglia che mi hanno scelto perché, come disse lo stesso Scardamaglia, potevo restituire il candore di Papa Luciani». Nel suo personaggio aveva portato la sua sensibilità, il suo vissuto sicuramente legato ad una preparazione cattolica.
«Il mio percorso spirituale è poi un po’ “cambiato”» ha detto. L’attore ha un amico sacerdote, don Vinicio Albanesi presidente della Comunità di Capodarco, intervenuto in collegamento. «Lo conosco da sempre vive nel paese in cui è nato mio padre – il suo racconto – è alla guida della Comunità, fa opere e un lavoro straordinario. A me tra la forma e la sostanza piace molto la seconda». Del rapporto di Marcorè con la Comunità ha parlato lo stesso Don Vinicio: «E’ un grande uomo, amico, artista, sempre generoso verso noi. Lo seguo, lui è attento verso la sua terra, per il teatro delle Api a Porto Sant’Elpidio, per Risorgimarche, è intelligente e riservato allo stesso tempo». Ci sono l’uno per l’altro ed entrambi sanno di poter contare sull’altro.
In “Sei mai stato sulla luna”, film di Paolo Genovese del 2015, Neri Marcorè era Pino, ragazzo autistico. «Mi scrisse un ragazzo da Ancona – ha ricordato – e, lui stesso autistico, mi disse di fare tutto in punta di piedi, come poi ho fatto anche andando a trovarlo». Poi il ricordo di quando è stato l’angelo custode nella seconda serie di “In tutti pazzi per amore”, da cui è partito un altro ricordo: «Mi ha fatto pensare a mio nonno quando diceva che se c’era qualcosa dall’altra parte avrebbe voluto trovare tutti gli altri». Da “Questo nostro amore”, dover era il signor Costa, Mercorè ha poi detto di cercare di essere il miglior marito e padre possibile. «Se qualcuno ha una richiesta d’aiuto io non riesco proprio a voltare lo sguardo» ha detto in conclusione. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico