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PORTO SAN GIORGIO - Ha iniziato ad amare il teatro a Porto San Giorgio e quest’anno, oltre a essere direttore artistico della stagione di prosa e della rassegna sotto_passaggi, aprirà anche la rassegna di prosa. Stefano Tosoni, con Proscenio Teatro, sarà protagonista di “Molto rumore per nulla”, in scena il 21 novembre alle ore 21,15, per la stagione di Comune e Amat.
Il debutto
La rappresentazione ha debuttato lo scorso luglio nell’ambito del festival “Shakespeare nel parco” e a settembre ha fatto tappa a Fabriano. «Si tratta – spiega Tosoni – di un riadattamento dell’opera shakesperiana, abbreviata ovviamente, ma in chiave comica». Uno spettacolo, perfetto per la stagione che ha come filo conduttore l’ironia, che vede Tosoni nei panni di Benedetto e di Vergarotto.
Le Marche
Si è o non si è profeti in patria nella nostra regione? Difficile per Tosoni. «Il problema – osserva – è che per molti quelli che vengono da fuori sono più belli di altri. Questione di mentalità? In parte sì, ma non è una questione solo delle Marche, il problema è del teatro tutto, in generale: se non sei un nome conosciuto non ci si riesce. Mi riferisco ai personaggi televisivi, agli YouTuber, agli influencer, che calcano il palcoscenico. Ormai, e ribadisco che è un problema non solo marchigiano, se sei solo bravo non basta più». Se è difficile essere profeti in patria, è anche difficile “espatriare”. «Lo scorso anno – ricorda – siamo andati al Parenti di Milano. Quest’anno con “Molto rumore per nulla” abbiamo già due date, una in Liguria e una in Romagna. Come compagnia si sfonda male oggi: prima eri riconoscibile perché bravo, oggi sei riconoscibile perché conoscibile».
I talenti
E dire che di giovani talenti ce ne sono, e lui ne vede, con la sua scuola di avviamento. «Nel corso degli anni – dice – per alcuni la passione e il talento sono diventati lavoro». Eppure il teatro ce la farà, spiega Tosoni, «almeno finché ci saranno “pazzi” come noi. Per farcela il teatro non deve ricorrere ad altri mezzi di comunicazione, come cinema, televisione, o piattaforme. Il teatro accade qui e ora, nel momento in cui l’attore si trova davanti allo spettatore: l’attore sta lì e quello che gli capita non si può imitare, nemmeno con la ripresa più bella del mondo. Il teatro ha senso con un attore e uno spettatore che sta davanti a lui, lavorano insieme. Le potenzialità ci sono, il teatro esiste sin dalla notte dei tempi».
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