“Zero il folle”, all'Arena di Pesaro due date per i “sorcini” marchigiani

Renato Zero
PESARO - Renato Zero è tornato con il nuovo lavoro discografico “Zero il folle”  e  “Zero il folle in tour” arriva sabato 23 e...

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PESARO - Renato Zero è tornato con il nuovo lavoro discografico “Zero il folle”  e  “Zero il folle in tour” arriva sabato 23 e domenica 24 alla Vitrifrigo Arena di Pesaro. «In tour porterò sia Renato che Zero: non è facile averli insieme – ha anticipato – Non è vero, dormiamo nello stesso letto, mangiamo insieme, convoliamo a festeggiare questi anni di convivenza: c’è un equilibrio naturale, una necessità da parte mia di spendersi ed essere generosi verso se stessi». “Zero il folle” sarà disponibile in formato cd e vinile con 4 folli cover che vanno a comporre Zero, quattro immagini che, insieme, rappresentano visivamente il disco, con la creatività e la follia che lo contraddistinguono.

La follia domina questo nuovo lavoro del cantautore romano. «È essenzialmente un’alleata, un paio d’ali di scorta quando ti senti compresso – ha ammesso – È un modo alternativo di far lavorare la mente. La follia non è semplicemente una via di fuga, anzi è un modo paraculo di fottere gli scettici e certi intellettuali convinti che la “materia” sia solo grigia. Le mie canzoni hanno creato un bel casino da quando esistono, con delle ragioni disparate, ma sono vere perché ispirate dal popolo, non per dare delle risposte ma per scuotere le coscienze: Modugno è stato un antesignano, in tal senso». Nella canzone “Ufficio reclami”, il cantautore si scopre vulnerabile: «Sono un peccatore eccellente e non mi aspetto grandi cose dal piano superiore – ha sottolineato – I peccati della carne ci hanno precluso la possibilità di uno scopo». A Renato Zero sta particolarmente a cuore la solitudine in “Mai più soli”. «Sono sempre stato disponibile al dialogo e meno ai selfie e ai telefonini – ha confidato – C’è una propaganda alla fisicità di offrirsi in questa competizione insana di superare Sara Ferragni, ops Chiara: ecco, cosa vuol dire non frequentare i social». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico