Walter Veltroni con “Quando” alla Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro: «È un film sugli ideali»

Walter Veltroni con “Quando” alla Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro: «È un film sugli ideali»
PESARO - Sarà con il film “Quando” la pre-apertura della 59esima edizione della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro: venerdì, 16...

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PESARO - Sarà con il film “Quando” la pre-apertura della 59esima edizione della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro: venerdì, 16 giugno, alle ore 21 in piazza del popolo Walter Veltroni presenterà il suo ultimo film da regista, interpretato da Neri Marcorè e Valeria Solarino. Ad attenderlo anche il sindaco Matteo Ricci, cui Veltroni ha scritto la prefazione del suo nuovo libro che racconta il viaggio nella provincia italiana.

 

La trama

In “Quando” Veltroni racconta, con leggerezza e passione, il risveglio dal coma di un giovane che avviene oltre trent’anni dopo i funerali di Enrico Berlinguer. Il protagonista rinasce adulto e si ritrova in un nuovo secolo, dopo una data simbolica che per Veltroni simboleggia «un passaggio d’epoca, un momento di quelli che nella storia italiana per intensità dell’episodio e anche per la fase storica in cui si colloca, costituiscono un punto di svolta. Ho cercato di raccontare il senso di vuoto che credo ciascuno di noi vive in una società dominata dal presente. Attraverso questa metafora ho raccontato il bisogno di recupero della tridimensionalità del tempo, passato, presente e futuro».

Il tempo

Il valore del tempo è molto importante per Veltroni. «Ho più paura - afferma - della politica spazzatura: nel prodotto culturale c’è sempre qualcosa che viene considerato spazzatura da parte dei critici, che poi cambiano idea, scoprendo che era arte. Occorrerebbe restituire la consapevolezza della profondità delle cose, non fermarsi alla superficie, essere dominati dal dubbio. Il medioevo finisce con la scoperta dell’America, un viaggio in un territorio inedito e sconosciuto: nel film si fa riferimento al valore di quei sentimenti, quelle intenzioni, di quegli ideali, non delle ideologie che sono sempre sbagliate. Ideali di giustizia sociale, dei diritti, di libertà, del pluralismo. Valori importanti che occorre portare con se anche in questo tempo e innervarli nella società contemporanea».

Questi 30 anni

Veltroni preferisce non parlare della scomparsa di Berlusconi e tantomeno fare paragoni. In “Quando” ha voluto raccontare questi 30 anni. «Non ho nostalgia - rimarca - di quegli anni, di gladio, della P2, della mafia, del terrorismo di destra e di sinistra. Ho nostalgia di quel senso di comunità, di ideali vissuti da milioni di persone. Ora tutto è ridotto a un tweet e non è la stessa cosa». Ma non si poteva evitare, «perché connaturato ad uno sviluppo tecnologico gigantesco, globale, mondiale. Oggi però si pone il problema di dare delle regole». È anche molto scettico sull’etichettare la cultura: «La cultura è una forma di espressione della creatività umana che non può essere definita secondo un criterio politico. Quando questo è avvenuto nella storia umana si sono fatti dei guasti spaventosi: si sono bruciati i libri, mandati gli intellettuali nei gulag. Il valore della cultura sta proprio nella sua libertà».

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Corriere Adriatico