Rof 2024, apre una nuova produzione di Bianca e Falliero affidata alla bacchetta di Roberto Abbado

Rof 2024, apre una nuova produzione di Bianca e Falliero affidata alla bacchetta di Roberto Abbado
PESARO - Il Rof 2024, anno in cui Pesaro sarà Capitale italiana della cultura, proporrà dal 7 al 23 agosto ben cinque opere per un totale di trenta spettacoli....

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PESARO - Il Rof 2024, anno in cui Pesaro sarà Capitale italiana della cultura, proporrà dal 7 al 23 agosto ben cinque opere per un totale di trenta spettacoli. In apertura una nuova produzione di “Bianca e Falliero” (direttore Roberto Abbado, regista Jean-Louis Grinda); seguita da un’altra nuova produzione, “Ermione”, affidata alla bacchetta di Michele Mariotti e alla regia di Johannes Erath. Due le riprese: “L’equivoco stravagante” ideato da Moshe Leiser e Patrice Caurier (Rof 2019), con la direzione di Michele Spotti, e “Il barbiere di Siviglia” di Pier Luigi Pizzi (Rof 2018) diretto da Lorenzo Passerini. Si chiude con la celebrazione del 40esimo anniversario della prima esecuzione del “Viaggio a Reims”, presentato in forma di concerto con Diego Matheuz sul podio orchestrale. Niente da dire: davvero un bel programma.

 
Eduardo e Cristina
L’annuncio è arrivato dopo “Eduardo e Cristina”, l’opera che ha inaugurato questa stagione. Non avevamo dubbi circa la validità dell’operazione realizzata al tempo da Rossini nel ricomporre sostanzialmente con autoimprestiti da sue opere (per lui una ricorrente consuetudine) un melodramma nuovo. Per onorare come da contratto un suo improrogabile impegno teatrale. Sì, “Eduardo e Cristina”, l’opera-centone, cioè un lavoro risultante da musiche precedenti e varie dello stesso compositore (tra cui “Ermione”, “Ricciardo e Zoraide”, “Adelaide di Borgogna”) con l’aggiunta solo di alcuni numeri nuovi, può configurarsi sulla carta come un “pastiche” di notevole fattura, ma quel che ne risulta all’ascolto è la sensazione di un’opera nuova e indipendente, sapientemente amalgamata nelle sue componenti vocali e strumentali, degna di una sua vita autonoma. Ringraziamo il Rossini Opera Festival di averla finalmente riproposta. L’altra sera, alla sua prima uscita alla Vitrifrigo Arena quale titolo d’apertura del festival rossiniano di quest’anno, sin dall’ouverture iniziale l’opera ci è parsa in piena sintonia con la capacità dell’autore di amalgamare il suo “pregresso” in musica in una realizzazione pulsante di una precisa vitalità. 


Gli applausi


L’esecuzione è stata di notevole levatura: a cominciare dalla compagnia di canto, dove spiccano le voci eminenti del soprano Anastasia Bartoli (Cristina) e del mezzosoprano-contralto Daniela Barcellona (Eduardo “en travesti”), così come quelle del tenore Enea Scala (Carlo), del basso Grigory Shkarupa (Giacomo) e del tenore Matteo Roma (Atlei), proiettate insieme in un tributo al belcanto (con il felice apporto del Coro del Ventidio Basso). E che piacere ci ha procurato vedere il gesto sciolto e sicuro, preciso negli stacchi e nell’articolazione della fluida melodia del maestro Jader Bignamini, alla guida dell’ottima Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai. Vivo il successo decretato dal pubblico, e “rumorosi” gli applausi(si replica il 14, 17 e 20 agosto). Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico