PESARO - L’Alt tour di Renato Zero è approdato all’Adriatic Arena di Pesaro davanti a una folla entusiasta che ha celebrato il cantante che...
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Il colpo d’occhio del palas pesarese è sicuramente quello delle grandi occasioni: strapieno con un pubblico eterogeneo per classi sociali con un media over 40, ma non mancano i teenager. Lui, Renato Zero, è la dimostrazione che quando si fa un prodotto dettato più dal cuore che dalla mente i risultati rimangono nel tempo.
In attesa che inizi il concerto l’emozione è palpabile: un vortice di sensazioni e quell’atmosfera di trepidante attesa. Ci sono tre generazioni che ballano e cantano uno dopo l’altro i brani del cantante romano. Renato Zero è l’artista carismatico che, in più di 40 anni di carriera, ha sempre garantito il sorriso, l’entusiasmo, la speranza e la forza di scavare nella verità sfidando le convenzioni sociali. Ma la sua vera forza è il pubblico, bello e appassionato. Perché Renato, oltre ad essere un poeta ottimista, sa entrare in contatto con la gente.
Alle 21 si spengono le luci, entrano gli orchestrali vestiti da operai nel palcoscenico sistemato come un cantiere e prendono posto. Entra anche tra gli applausi Renato Zero, pure lui con l’elmetto protettivo e una mise di paillettes. Niente trucco è il brano che apre il concerto, seguito da Chiedi. Ed è già l’apoteosi. Sul palco tre maxi schermi e numerosi giochi di luci e forme, perfetto lo swing dell’orchestra diretta dal maestro Renato Serio e, poi, un coro inusuale: i Neri per Caso.
Renato Zero saluta prima il Maestro, poi il pubblico di Pesaro a cui rivolge alcune domande: «Perché si parla solo della morte e non della vita? Perché non si festeggia tutti insieme la nascita di un bambino». Poi parole contro il femminicidio. E riparte con “La lista”. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico