Popsophia e gli amati mostri, dal 7 al 9 luglio a Pesaro un viaggio tra le paure inconsce e collettive dal Minotauro ai draghi

Popsophia e gli amati mostri, dal 7 al 9 luglio a Pesarto un viaggio tra le paure inconsce e collettive dal Minotauro ai draghi
PESARO - È come sempre un tema ambiguo e dalle mille sfaccettature quello affrontato da Popsophia a Pesaro: dopo “Il tempo ritrovato”, l’undicesima...

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PESARO - È come sempre un tema ambiguo e dalle mille sfaccettature quello affrontato da Popsophia a Pesaro: dopo “Il tempo ritrovato”, l’undicesima edizione del festival della pop-filosofia ha deciso di indagare, dal 7 al 9 luglio prossimi, gli “Amati mostri”, in un viaggio nelle paure inconsce e collettive dal Minotauro ai draghi, dai “cattivi” Disney a Dino Risi.

 

 
La presentazione


Presentata ieri in conferenza stampa, si tratta di un’edizione “di vigilia” per Pesaro Capitale della cultura 2024 che vede Popsophia fra i protagonisti culturali della città adriatica: sono attesi studiosi, filosofi ed intellettuali chiamati a riflettere attorno a questa nuova suggestione che ha lo scopo di intercettare il lato oscuro della società che emerge da serie tv, letteratura e filosofia. E in omaggio alle ricorrenze e anniversari, l’immagine che caratterizzerà il festival nelle giornate di luglio è quella di un “mostro” ispirato alla tauromachia, un po’ Guernica, un po’ Minotauro, che è un omaggio all’artista Pablo Picasso nel 50esimo dalla morte.


Una sfida culturale contraddittoria, che fa pensare e apre molteplici riflessioni: dal mostruoso dell’horror, alla ricerca della parte terrificante dell’animo umano, il tema aggancia anche la dimensione del fantastico, fino all’amore e la passione per i mostri. «Quest’anno affronteremo il Minotauro – ha spiegato la direttrice artistica Lucrezia Ercoli – l’immagine scelta omaggia Picasso, ma prende anche in prestito l’ossessione per il Minotauro. La seduzione tra ciò che ci attira e la repulsione per ciò che ci respinge. Sconfiggere il mostro è anche la tappa iniziatica delle fiabe, ma spesso il “mostro” compare anche della cronaca. Il tentativo del festival è provare a dare una molteplice definizione di cosa è mostro. L’etimologia, “Monstrum” rimanda al prodigio che ci stupisce, ma spaventa».

Ma non solo: «I mostri ci spaventano anche perché sono diversi, ma non dobbiamo dimenticare che la nostra vita è stata recentemente sconvolta da un mostro infinitamente piccolo come un virus, così come il temibile fungo della serie tv “The last of us” che catalizza le nostre paure e le nostre ombre». E non è da omettere la forte attrazione spesso provata per i mostri, «creature sempre più amabili nella loro fragilità che arrivano ad illuminare zone oscure dentro di noi, che non vorremmo vedere».


Le dichiarazioni


«Il tema - ha aggiunto il vicesindaco Daniele Vimini - coglie l’attualità del contemporaneo, dalle inquietudini legate al futuro climatico e alle guerre. Il contributo dato dal festival è creare dibattito con pensatori che vengono a Pesaro non per iniziative di giro». Tre giornate che animeranno la città in cui si parlerà dei “mostri” della classicità e dell’epica, ma ci sarà spazio anche per i “Villains”, i malvagi delle favole e della Pixar. «Sono convinto che anche quest’anno Popsophia ci stupirà, - ha concluso il sindaco Matteo Ricci - ci farà divertire e forse anche spaventare, ma questo festival riesce sempre a proporre discussioni di grande profondità e contemporaneità ed è per questo che rappresenta uno dei pilastri della cultura pesarese». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico