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PESARO - Metafora dell’infanzia, Luca Caimmi ha inventato un Pinocchio acquatico e notturno dove tutti i personaggi umani sono creature marine. L’illustratore e fumettista fanese, interpreta il testo di Collodi con una visione fortemente legata alla sua terra e al mondo marino: dalle campagne marchigiane al litorale Adriatico, dalla falesia del San Bartolo alla natura della Valle del Foglia e le zone urbanizzate del porto di Pesaro.
“Pinocchioacquatico”, è un nuovo omaggio all’arte dell’illustrazione con la personale di Caimmi e le sue originalissime tavole tratte dal libro “Le Avventure di Pinocchio” (Edizioni Orecchio Acerbo 2018, postfazione di Antonio Faeti), in mostra, fino al 27 marzo, ai Musei Civici di Pesaro.
Caimmi è molto legato al mondo del mare: «Sono cresciuto a Fano, in una casa davanti al mare e mi capita spesso di tornare all’elemento della mia infanzia. Tutto il lavoro (36 tavole) è durato circa due anni, senza mai guardare altre celebri interpretazioni». Il mare è sempre presente, con ambienti aperti, dove il cielo si confonde con l’acqua. «Ho poi scoperto che molti semiologi sottolineavano come l’acqua fosse un elemento molto presente anche nel testo di Collodi» ed è venuta l’idea di proporlo a un editore. Pinocchio è un narvalo, la fata Turchina una sirena, Mangiafuoco una rana pescatrice, Mastro Ciliegia è un pesce blob, mentre il Gatto e Volpe sono rimasti tali, ma grandi divoratori di pesce arrosto. Un gioco divertente tra personaggi e colori. «Nel testo ho trovato molte cose che si avvicinavano al mio modo di interpretare la natura, compreso il lato oscuro di Pinocchio e per questo è ambientato in notturno». Sono previste visite guidate per le scuole e sotto l’Epifania ci saranno sorprese per le famiglie (info: 0721387541).
Caimmi è stato anche coinvolto in un progetto di riqualificazione e promozione a Porto San Giorgio, con una residenza d’artista e una mostra dentro lo spazio L’Approdo (a cura dell’associazione Karussell e Marina), dal titolo “Se lo butta il mare lo prendiamo noi”. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico