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PESARO - É “il respiro della terra” a legarsi alla danza di Masako Matsushita e Giulia Torri, sul brano Flash Light di The Sound of Marcello (2018), all’interno del Conventino dei Serviti di Maria di Monteciccardo (in provincia di Pesaro Urbino), per la quinta tappa della “libreria virtuale” di Palcoscenico Marche. Dalle ore 12 di domani, domenica 17 gennaio, collegandosi al canale youtube
della Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro (https://youtu.be/xjsKqPHocoY), sostenitrice del progetto in collaborazione con Regione e Amat, si potrà viaggiare all’interno delle affascinanti atmosfere del Conventino, uno dei 14 palcoscenici d’eccezione scelti all’interno dei comuni di Pesaro, Carpegna, Gradara, Mombaroccio, San Lorenzo in Campo e Urbino.
Masako, non è la prima delle esperienze di danza all’interno di spazi urbani e musei per lei?
«Dal Museo dei Gessi di Urbino, al Museo Civico di Bassano del Grappa, dalla land art di Arte Sella al museo di arte contemporanea Mac Val nei sobborghi di Parigi, solo per citarne alcune, è un modo per far risaltare la natura di questi luoghi, spesso anche scoprendo la storia, ma è anche una ricerca che nasce spontanea e si lega all’ispirazione creativa suggerita dall’architettura.
Essendo pesarese, conosceva già il Conventino?
«Il primo impatto è stato infatti il ricordo di un vissuto familiare, avendo frequentato il ristorante lì vicino. È un luogo della mia memoria, legato all’infanzia e alla famiglia. Poi c’è la collina, il vino, l’olio, l’agricoltura: “il respiro della terra” all’interno dell’atmosfera spirituale di un ex convento, con la sua eredità di vite passate e di decorazioni d’arte. In un piccolissimo luogo c’è un’immensità di vita: passato, presente e, perché no, anche futuro, legato alla natura di questo particolare progetto che mira a far conoscere questi spazi».
Il cast è tutto pesarese?
«Ho voluto coinvolgere artisti di questo territorio: Giulia Torri, danzatrice con cui collaboro da tempo; Gloria Bellardi che ha offerto gli abiti che indossiamo e Cecilia Campari, un’orafa che si è trasferita da poco a Pesaro, che ha messo a disposizione i suoi gioielli. Per la musica, volevo creare un ambiente sonoro che non andasse necessariamente in contrasto, ma che portasse contemporaneità in un luogo di storia antica, per esaltare un’atmosfera diversa e ho scelto Andrea Buccio/The sound of Marcello».
È una vera operazione site-specific?
«È un momento di completa trasformazione, per tutti noi: non di adattamento, quello siamo sempre stati pronti a metterlo in atto come creativi, ma di cambiamento, forzato direi. Sono abituata a essere molto in movimento, anche viaggiando in altre nazioni, ma direi che è stato stimolante trasformare i processi creativi in un nuovo approccio: ho partecipato a molti progetti, sia marchigiani con l’Amat che europei». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico