OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
PESARO - Sarà Maria Antonietta ad inaugurare Miralteatro d’Estate, domani alle 21,15 al Parco Miralfiore di Pesaro con “La tigre assenza”, dal nome del nuovo album. Un ritorno nella sua città natale, con un album intenso, il cui titolo prende spunto dall’omonima poesia di Cristina Campo. A 5 anni di distanza da “Deluderti”, Maria Antonietta abbraccia i suoi fantasmi: una lotta contro quelle entità che si sono aggrappate alla nostra vita attraverso le cicatrici che ci hanno procurato.
Un titolo che come il mantra della poesia della Campo, raccoglie il senso di questo album?
«Ho capito che era il titolo giusto quando ho finito di scrivere il disco: devi sempre decifrare quello che la tua opera ti dice, soprattutto quando ha una sua complessità e un suo dialogo interno.
È quindi un atto liberatorio?
«Sono convintissima che nel momento in cui riesci a dire una cosa, a raccontarla, riesci sempre a liberarti e non solo in un disco. Quando riesci a dare forma alle parole, privi quella cosa anche della sua negatività, la privi del suo potere».
Dal primo album così carico di rock crudo e spontaneo, ad oggi, il percorso è stato sempre più verso la poesia?
«In questi anni il mio grande amore per la poesia mi ha sempre accompagnata: l’ho sempre amata, ma crescendo le ho dato più spazio. Parallelamente c’è stata anche un’evoluzione di suono e sound, anche perché, banalmente, ascolti sempre musica differente e ti incuriosiscono altri linguaggi. E per natura sono sempre molto curiosa».
Le parole sono importanti e potenti…
«Le parole sono importanti e fondamentali. Sono molto convinta di questo: attraverso le parole la realtà viene creata. A volte le si tratta con superficialità e invece non sono intercambiabili, ma possono cambiare, migliorare o rendere terribile la realtà. Per questo ne sono stata sempre così affascinata, anche da lettrice. Attraverso le parole passa la libertà di essere quello che sei, di fare ciò che vuoi fare e raccontare quello che vuoi raccontare. Le parole ti permettono di essere libero».
Un album che arriva dopo 5 anni passati tra arte e poesia. Un album anche molto femminista...
«Sì, ho fatto cose molto interessanti e curiose. Femminista è una parola bellissima che racconta il desiderio di costruire e avere a disposizione un mondo in cui ci sia uguaglianza, senza pregiudizi. Tutti devono essere femministi: chi dovrebbe desiderare un mondo che si fonda sull’ingiustizia? È una parola di unione e non di divisione».
A chi è dedicato questo album?
«Dopo tanti dischi dedicati ad altri, direi che è dedicato a me stessa, ne sono molto fiera».
Tornare a Pesaro è un’emozione?
«Fa sempre un effetto diverso: sarò molto felice di poter condividere questo lavoro con voi, è sempre molto bello condividere. A Pesaro è come tornare indietro ai miei 18 anni, tute le prime esperienze della musica, dei gruppi, le prime prove, è sempre un grande peso emotivo». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico