Con i bravi performer di Castello sale sul palco l'umanità smarrita

I ballerini della compagnia Aldes del coreografo Castello
OSIMO - La compagnia Aldes del coreografo Roberto Castello, appena nominato ai premi speciali Ubu 2016 per la ricerca pluriennale, è stasera al Teatro La Nuova Fenice...

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OSIMO - La compagnia Aldes del coreografo Roberto Castello, appena nominato ai premi speciali Ubu 2016 per la ricerca pluriennale, è stasera al Teatro La Nuova Fenice di Osimocon il geniale “In girum imus nocte et consumimur igni”, primo appuntamento “Ricerca di teatro”, sezione del cartellone realizzato da Comune e Amat in collaborazione con Asso e con il contributo di MiBact e Regione e dedicato ai linguaggi più innovativi del teatro, della musica e della danza e alle realtà del territorio.

“In girum imus nocte et consumimur igni”, ossia “andiamo in giro la notte e siamo consumati dal fuoco”, è un palindromo dalle origini incerte già scelto come titolo da Guy Debord per un film del 1978. Il poterlo leggere uguale sia da sinistra a destra che da destra a sinistra lo rende enigmatico estendendone l’interpretazione oltre alla metafora del vivere come infinito consumarsi nei desideri, per diventare un’esperienza catartica della sua, anche comica, grottesca fatica.
Una scabro bianco e nero e una musica ipnotica sono l’ambiente nel quale si inanellano le micro narrazioni di questo peripatetico spettacolo notturno a cavallo fra cinema, danza e teatro. Illuminato dalla fredda luce di un video proiettore che scandisce spazi, tempi e geometrie, il nero profondo dei costumi rende diafani i personaggi e li proietta in un passato senza tempo abitato da un’umanità allo sbando che avanza e si dibatte con una gestualità brusca, emotiva e scomposta, oltre lo sfinimento e fino al limite della trance. Il ritmo martellante della musica e del movimento trasporta poco a poco in una dimensione ipnotica e a un’empatia quasi fisica con la fatica degli interpreti.
Lo spettacolo di Castello ha ottenuto la scorsa estate la menzione speciale per il teatro-danza al BeFestival di Birmingham.

«Un capolavoro della danza che studia con dinamiche toccanti il corpo umano» ne hanno scritto «questa geniale macchina di Roberto Castello che colleziona posture di 4 performer continuamente sorpresi in gimnopedie, pose e figure al limite, sempre in spazi di luce variabili». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico