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PESARO - L’arte come emozione, dedizione ragione di vita: questo è sempre stato Oscar Piattella, artista sensibile, motivato da una straordinaria passione, scomparso ieri, dopo un trasferimento di emergenza all’ospedale di Urbino dalla sua casa-studio di Cantiano. I funerali dell’artista di fama internazionale, definito il pittore della materia, si svolgeranno domani, sabato 28, nel duomo di Pesaro.
Il colore blu
I suoi occhi azzurri sono sempre stati vivaci, profondi e intensi, forse non è un caso che abbia dedicato un libro proprio al colore blu, colore protagonista anche di molte sue tele. Il suo “luogo dell’anima” è sempre stato un territorio che geograficamente si estende dagli Appennini alle rive dell’Adriatico, che è fatto di terra e luce, di infinito spaziare e di limiti che conchiudono e nel contempo rendono vasta la visione.
Il ritorno nella città natale
L’ultima mostra a Pesaro, “Disgregazione e unità. Solcando la misura rinascimentale di Urbino”, era stata negli spazi della Fondazione Pescheria, in un ritorno nella sua città natale che vedeva per la prima volta riunita la sua evoluzione artistica attraverso 55 dipinti su tavola, in tre sezioni legate da un potente e preciso uso del colore. «Amo Pesaro, mi sento pesarese - aveva dichiarato emozionato Piattella per l’occasione - e la mia adolescenza l’ho vissuta totalmente innamorato della mia città. Pesaro si presta molto ad essere amata, con i suoi due colli, il mare, la gente: è un bel luogo per vivere».
Alla sua Pesaro aveva anche recentemente donato il “Polittico per Pesaro”, l’opera (acrilico su tavola, 2017-2020) che fa parte del corpus dell’ultimissima e densa produzione dell’artista, dedicata alla pala “l’Incoronazione della Vergine” di Giovanni Bellini, capolavoro iconico delle collezioni dei Musei Civici, ma anche un omaggio a quello straordinario gruppo di artisti (Pomodoro, Valentini, Vangi e Sguanci) che insieme a Oscar Piattella, contrassegnarono, negli anni ’60 e ’70, un momento particolarmente felice e fecondo per Pesaro.
L’eco del mare
Come sottolinea il critico d’arte Alberto Mazzacchera «l’eco del mare Adriatico e la potenza della luce scrutata dal suo atelier eremitico di Cantiano, sono da sempre presenti in quell’arte autentica e potente che Oscar Piattella ha dispiegato nel suo formidabile percorso sapienziale. Una grande eredità artistica e culturale è quella che lascia e che l’Archivio omonimo, appositamente costituito nel 2021 con presidente l’industriale Fernando Barbetti, è chiamato, insieme agli eredi, a far conoscere e valorizzare».
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Corriere Adriatico