“Safari Pop”, Paul Giorgi al debutto con atmosfere indie-rock: «Gli animali al centro del progetto, in ognuno di noi c’è qualcosa di loro»

Paul Giorgi, 26 anni, ascolano ha pubblicato il suo disco d’esordio “Safari Pop” con l’etichetta “Believe Music”
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ASCOLI - Preparazione, talento, creatività. Il mix che contraddistingue Paul Giorgi, 26enne ascolano. È da poco uscito il suo disco di esordio intitolato “Safari Pop”, lavoro che conclude la serie di singoli usciti negli scorsi mesi e che ritrova nell’universo della jungla, con il suo infinito campionario di animali incontaminati, la necessità di riappropriarci della nostra epoca contemporanea.

 

L’etichetta
L’artista, che ha da poco firmato con l’etichetta nazionale “Believe Music”, la stessa che annovera nel proprio carnet nomi quali Ultimo e Orietta Berti, ha creato questa sua ultima fatica nei vari periodi di restrizione legati al Covid, cimentandosi in pezzi tutti dedicati alla natura, proprio per evidenziare il necessario bisogno, dopo tanta reclusione, di ritrovare il rapporto tra gli esseri umani e l’ambiente naturale esterno che ci circonda. Successivamente all’uscita del primo singolo intitolato “Tigre”, e poi di “Acqua”, “Gazza” e di “Cicale”, tutti diventati videoclip diretti da Andrea Giancarli e in concomitanza con il ritorno live dello stesso artista, ecco arrivare l’album, che permette al suo autore di trasportare l’ascoltatore in una selva di emozioni nell’ indie-rock.

Paul Giorgi ha deciso di dunque di affrontare un percorso solistico dopo l’esperienza con il suo gruppo d’esordio, i The Koffees, anche se attorniato da musicisti con cui si sente in profonda amicizia e sintonia professionale. Ora, per il musicista, autore e cantante, è tempo di procedere da solo, dopo la benedizione artistica ricevuta da Mogol anni fa durante la sua frequentazione al Cet, il Centro Europeo Tuscolano, struttura presieduta dal grande autore.

E ha deciso di farlo raccontando di animali, di elementi come terra, mare, vento, che Paul Giorgi sembra voglia preservare per ricongiungersi con la propria identità. « La quarantena mi ha permesso di mettere insieme alcuni pezzi: mi ero accorto che nei testi i protagonisti erano quasi sempre animali ed a quel punto ho deciso di comprenderli in un unico lavoro» esordisce Paul Giorgi a proposito del disco, le cui canzoni hanno come protagoniste figure che provengono anche dai suoi trascorsi da bambino.

«Ho posto gli animali al centro del progetto perché in ognuno di noi c’è qualcosa di loro, nei colori, nel loro essere» prosegue, ringraziando coloro che con lui hanno lavorato: Sebastiano Ricci alla batteria, Giulia Canala per il glocken e le grafiche e Mac Demarco, artista molto amato attualmente. «Mi piace molto l’uso del detune, l’idea di quel suono decentrato, mai a fuoco. E questa idea è stata poi ripresa anche da altri autori, come lo stesso Giorgio Poi, perché alla fine tutti abbiamo studiato quella scuola» afferma Giorgi, il cui operato, pur attingendo a tante realtà attuali (Foster the People, Mgmt, Empire of the Sun), ritiene di credere molto al contatto fisico con il vinile, con la musica, con chi ci lavora. «Avere una copia dell’album, sfogliare il libretto con i testi, cercare chi ha scritto e prodotto cosa al suo interno resta un’emozione insostituibile» conclude, pur riconoscendo la scelta ecologica di aiutare il pianeta, certo tuttavia che si possa trovare una soluzione in merito, come molti artisti hanno già dimostrato.

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Corriere Adriatico