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MONTECASSIANO - È Irene Grandi la protagonista della serata di sabato, 29 luglio, al Macsi Festival di Montecassiano. Farà tappa con il suo “Io in blues” tour alle ore 21,30, in un concerto voluto dalla Pro loco e dal Comune. Biglietto unico 20 euro (circuito Ciaotickets, per info 0733290483 o 3207404643).
Irene Grandi, come nasce il progetto “Io in blues”?
«Nasce dalla mia idea e volontà di radicarmi, di tornare alle origini. In tempo di pandemia non era possibile fare dei grandi ascolti, né creare dei buoni inediti, viste anche le difficoltà che c’erano per vedersi con i musicisti. In questo senso ho voluto radicarmi, tornare alle origini e ho trovato lo slancio del blues, riprendendo non solo artisti internazionali, ma anche italiani come Lucio Battisti, Pino Daniele o anche Mina. Quindi ho creato questo trio di musicisti, e ho anche coinvolto Pippo Guarnera, con il suo organo hammond».
Cos’è per lei il blues?
«La madre e l’origine della musica contemporanea.
Cosa deve aspettarsi il pubblico con questo tour?
«Ciò che farò è quasi uno storytelling. Io parlerò delle influenze della musica, canterò brani di artisti internazionali come per esempio Etta James. Poi racconterò della genesi della mia storia personale e del mio successivo incontro con Pino Daniele e Jovanotti, i primi che mi hanno coinvolta. Canterò anche alcuni miei singoli di successo, rivisitati in chiave blues e non mancherò di coinvolgere il pubblico, chiedendogli di partecipare con mani, cantando».
Esempi di titoli dei suoi brani che si ascolteranno al concerto?
«Di sicuro “Prima di partire per un lungo viaggio”, che ben si presta a un mash up con “Roadhouse blues” dei Doors. Ci saranno anche “La tua ragazza sempre”, “Lasciala andare”, “Se mi vuoi” che ho cantato con Pino Daniele».
È vero che non le piace essere etichettata in uno stile, ma tra blues, pop, rock, dove si sente più a suo agio?
«Il concept di questo progetto che mi porta anche a Montecassiano, è ritrovare la voglia di vocalità, quindi direi forse il blues e la musica italiana».
Come vede la musica italiana oggi?
«Trovo che la musica italiana sia in grande mutazione, siamo in un momento di passaggio, c’è tanta musica, ci sono tanti spunti. Poi parlando a titolo personale la proposta musicale non mi piace, ma è giusto che si evolva».
Cosa ascolta?
«Io leggo e ascolto quello che faccio, quindi tanto blues, soul blues, ma non hip hop. Il blues old style».
Ha in mente nuovi lavori? La sentiremo con inediti?
«Sì, spero proprio di sì. Sto già lavorando a una rosa di brani, sto scrivendo, sono ancora nella fase della creazione. Quel che resta da scegliere è la veste da dare a questi brani, come produrli. Vede, vorrei riconnettermi alla contemporaneità conciliandola con ciò che piace a me. Intendo molto meno rumore e meno elettronica. L’elettronica va anche bene, ma deve esserci atmosfera, di certo non qualcosa stile reggaeton che non mi piace». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico