A ritmo di Matt Bianco, stasera in piazzale Azzolino a Fermo si chiude la rassegna jazz

Mark Reilly stasera in piazza a Fermo
FERMO - Saranno i Matt Bianco a chiudere, questa sera, la rassegna Jazz e non solo Jazz in piazzale Azzolino a Fermo. Alle 21,45 inizierà il concerto di Mark Reilly,...

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FERMO - Saranno i Matt Bianco a chiudere, questa sera, la rassegna Jazz e non solo Jazz in piazzale Azzolino a Fermo. Alle 21,45 inizierà il concerto di Mark Reilly, fondatore e unico membro rimasto della band originale, accompagnato da una corista e cinque musicisti, nell’ambito del “Re-imagined, re-loved tour”.

Mark Reilly, cosa farete a Fermo?
«Sarà una serata in cui ci saranno alcune nostre hits e nuove composizioni. Me compreso è una band di sette elementi e sarà un bello show, dal sapore jazzistico, da vedere ed ascoltare». 
Ricorderete, durante lo spettacolo, la figura di Mark Fisher?
«Sì, lo facciamo quando eseguiamo alcune delle canzoni che abbiamo scritto con lui, il nostro tributo è questo».
Lei è l’unico della band originale, da dove arrivano i musicisti che l’accompagnano a Fermo?
«In passato ho viaggiato molto, soprattutto in paesi come il Brasile, Cuba, la Spagna, e ho incontrato molti musicisti, ovviamente pure a Londra. E cerco di creare una tipica formazione jazzistica, con una batteria, un contrabbasso, sassofono, piano e tastiere. Non so cosa accadrà con il nuovo album, per ora abbiamo riarrangiato alcune canzoni più vecchie».
Una nuova produzione dei vecchi brani?
«Sì, per quanto riguarda il cuore dell’attività dei Matt Bianco. Tutto è nato durante il lockdown, quando ho iniziato a guardarmi indietro e rivedere la mia carriera. Ho cercato di capire quali fossero le canzoni che amavo eseguire live ed è nato questo progetto».
Il disco dello scorso anno, “The essential Matt Bianco, Re-imagined – Re-loved” è quindi una sorta di antologia?
«Sì possiamo considerarla così. È come una di quelle compilation che contengono il “best – of”, le nostre migliori canzoni, che ho immaginato in una veste leggermente nuova».
Tra tutte le canzoni dei Matt Bianco, qual è quella che le è rimasta più nel cuore?
«È difficile scegliere, ma di certo non posso non dire “More than I can bear”, uno dei nostri brani di maggior successo. Ma vado oltre e in un’ottica di cambiamento guardo al nuovo album».
Quando arriverà?
«Ho iniziato a lavorarci da un paio di mesi, non sarà pronto prima del prossimo anno, le nuove canzoni arriveranno alla fine del 2024».
E il o i ricordi più belli della sua carriera?
«Sicuramente i viaggi che ho potuto fare, sono stato fortunato a poter visitare paesi come Brasile, Cuba, Giappone, Italia ovviamente».
I Matt Bianco sono nati negli anni ‘80, ma lei quale epoca musicale preferisce?
«Di certo devo dire gli anni ‘70, in tutto, ero un ragazzo, sono i miei preferiti. Per il resto devo dire che ogni generazione ha la sua musica, che cambia e si evolve. Personalmente non riesco a tenere il passo con tutte le cose nuove, alcune delle quali sono un po’ più tragiche di quello che sono io».
Cosa le piace di più dell’Italia?
«Tutto, se posso dirlo! Le persone cordiali, il cibo eccellente, il design e la moda. Vengo anche in vacanza in Italia, un paese a cui i Matt Bianco piacciono».
Quale musica ascolta?

«Sto risistemando i dischi, mi piace ascoltare classica e jazz».  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico