MATELICA -Per la “Madama Butterfly” doppio appuntamento tra Matelica e Fabriano. La struggente storia d’amore tra la giovane Cho Cho-san ed il tenente della...
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La storia della Madama Butterfly parte dallo sbarco a Nagasaki all’inizio del XX secolo di Pinkerton, ufficiale della marina degli Stati Uniti. Per vanità e spirito d’avventura si unisce in matrimonio, secondo le usanze locali, con una geisha quindicenne di nome Cho Cho-san, acquisendo così il diritto di ripudiare la moglie dopo un mese; così infatti avviene e Pinkerton ritorna in patria abbandonando la giovanissima sposa. Ma questa, forte di un amore ardente e tenace, pur struggendosi nella lunga attesa accanto al bimbo nato da quelle nozze, continua a ripetere a tutti la sua incrollabile fiducia nel ritorno dell’amato. Pinkerton infatti ritorna dopo tre anni, ma non da solo: accompagnato da una giovane donna, da lui sposata regolarmente negli Stati Uniti. Obbiettivo riprendersi il bambino, della cui esistenza è stato messo al corrente dal console americano Sharpless, per portarlo con sé in patria ed educarlo secondo gli usi occidentali. Soltanto di fronte all’evidenza dei fatti Cho-Cho-sa comprende: la sua grande illusione, la felicità sognata accanto all’uomo amato, è svanita del tutto. Decide quindi di scomparire dalla scena del mondo, in silenzio, senza clamore; dopo aver bendato il figlio, dietro un paravento, nella struggente e drammatica scena finale, Cho Cho-san si colpisce al collo (secondo l’usanza giapponese denominata jigai) con un coltello pervenutole in eredità dal padre e con il quale lo stesso aveva commesso suicidio rituale. Pinkerton si reca nella stanza di lei, per chiederle scusa ma è troppo tardi e la trova ormai morta, mentre il bambino, bendato, gioca con una bambola e una bandierina americana, ignaro di tutto.
L’opera di Giacomo Puccini che al debutto scaligero del 17 gennaio 1904 venne stroncata brutalmente dal pubblico milanese. Il fiasco spinse autore e editore a ritirare immediatamente lo spartito, per sottoporre l’opera ad un’accurata revisione rendendolo più agile e proporzionato. Puccini inserì anche una nuova aria per Pinkerton e modificò la linea vocale dell’aria del suicidio di Cho Cho-san. Curiosità: l’inno nazionale degli Stati Uniti d’America che compare svariate volte all’interno dell’opera, in realtà, ai tempi di Puccini era l’inno della Marina degli Stati Uniti d’America. Bisognerà attendere il 1931 affinché tale inno, con una risoluzione del congresso, diventi l’inno nazionale statunitense. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico