MAIOLATI SPONTINI - Il ritorno a Sanremo. Un nuovo disco, e il tour. Michele Zarrillo partirà sabato 8 aprile dal Teatro Spontini di Maiolati con il nuovo...
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Un’esperienza terribile...
«In effetti in molti si chiedono se il titolo dell’album ha qualche riferimento con quella terribile esperienza in realtà volevo mettere l’accento sul significato più ampio della vita, che spesso ci mette di fronte a tanti ostacoli. Ma anche avvenimenti piacevoli e gioiosi. E ogni volta è una rinascita».
Quindi un nuovo album come metafora della rinascita?
«Direi di sì. Anche perché fino a qualche tempo fa credevo impossibile dare alle stampe un altro disco. Una sensazione che, in realtà, mi accompagna ogni volta che concludo un lavoro discografico. Poi, però, eccoci di nuovo qui. Per fortuna».
Il suo primo Sanremo nell’81. Cosa è cambiato da allora?
«Per quanto riguarda me e le mia sensazioni, l’emozione è sempre la stessa. Quando porti a Sanremo un brano in cui credi, vieni sempre travolto da forti emozioni. Mentre il più grosso cambiamento l’ho trovato nell’atmosfera generale».
In che senso?
«Oggi il Festival è intriso di atmosfera da talent. Vuoi perché gli stessi vincitori di quei programmi li ritrovi già nei big senza che abbiano alle spalle dei successi discografici».
Ecco, che cosa pensa dei talent?
«Oggi comanda il web. Ti fa diventare popolare, come i talent, solo per la quantità di pubblico che ti segue. Onestamente, continuando di questo passo, non so dove possa arrivare il Festival di Sanremo».
E invece qual è stato il maggior cambiamento nel suo modo di fare musica?
«Partendo dal presupposto che io faccio musica pop, non credo di aver cambiato molto nello stile. Nel senso che ho mantenuto tutto ciò in cui artisticamente credo. Però in questo nuovo disco credo di aver utilizzato delle sonorità più fresche e contemporanee. Merito del mio produttore, che è più giovane di me. Ma sostanzialmente non credo di aver tradito la mia essenza».
Ora partirà per un lungo tour teatrale. E’ questa la dimensione che preferisce?
«Credo che in teatro si possa instaurare una bella relazione con il pubblico. La maggior vicinanza, il profumo dei teatri, tutto contribuisce a creare un’atmosfera unica. A partire già dal soundcheck il pomeriggio. Tra musicisti e addetti ai lavori nasce una sintonia che ti fa subito sentire come se fossi in una vera compagnia teatrale». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico