Vito e Claudia Penoni al Battelli Va in scena la paura del diverso

Vito e Claudia Penoni in una scena dello spettacolo
MACERATA FELTRIA - Stasera sul palco del Teatro Battelli di Macerata Feltria, Vito e Claudia Penoni sono i protagonisti della divertente commedia Adamo e Deva scritta da Francesco...

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MACERATA FELTRIA - Stasera sul palco del Teatro Battelli di Macerata Feltria, Vito e Claudia Penoni sono i protagonisti della divertente commedia Adamo e Deva scritta da Francesco Freyrie e Andrea Zalone e diretta da Daniele Sala, che inaugura la stagione del teatro ed è il secondo appuntamento di Teatri d’Autore, la stagione di prosa itinerante nei Teatri storici della provincia di Pesaro e Urbino. In questo spettacolo Francesco Freyrie e Andrea Zalone (da anni collaboratore di Maurizio Crozza) affrontano con ironia e divertito laicismo il tema più scottante di questi anni: la paura del diverso, la dittatura degli integralismi, lo scontro tra gli estremismi e la confusione tra fede e tifo da stadio. In scena troveremo quindi due nuove ed esilaranti maschere della commedia all'italiana: i "fondamentalisti occidentali".

Vito, all’anagrafe Stefano Bicocchi, qual è la curiosa trama di questo spettacolo?
«Adamo è un notaio che cura gli interessi della curia di Roma e ogni sabato sera organizza una cena con amici. Sta preparando il maiale…in tutte le salse, una vera e propria “apologia” del maiale. Ma suona il campanello una donna velata, una musulmana che è venuta a prendere le chiavi di casa da uno degli ospiti che sta per arrivare. Ecco che scocca il conflitto sui due mondi “paralleli”, soprattutto in un ambiente “stretto” come una casa dove si sta cucinando il maiale».
Un tema non da poco...
«Due culture importanti a confronto, ma in un modo particolare: sappiamo bene che il giullare è colui che da sempre può dire la verità anche sul re senza essere ammazzato! Il pubblico apprezza questo approccio, leggero, ma profondo e i 10mila biglietti venduti a Bologna direi che ne sono la prova».
Non avete avuto paura di qualche ingerenza? 
«Veramente eravamo un po’ preoccupati perché anche durante la messinscena continuavano a succedere atti gravissimi nel mondo, invece le persone reagiscono bene, ci si rilassa e si ride, pur parlando di un tema importante, si ride di noi, dei nostri pregiudizi. Freyre e Azalone hanno fatto leggere il testo anche ad un islamista per essere al massimo della correttezza. Anche perché il pregiudizio non è solo nostro, ma anche il loro nei nostri confronti».
Pregiudizi pesanti, da ambo le parti...
«Ai due autori è venuto in mente questo testo quando, viaggiando in metropolitana a Milano hanno notato che, nonostante fosse stracolma, nessuno si sedeva vicino ad una donna velata. Ma i musulmani sono più di un miliardo al mondo! L’integralismo è un male all’interno di qualsiasi religione, anche la nostra».
Con la Penone ormai si trova benissimo sul palco?
«Certo, siamo al terzo anno ormai: c’è grande complicità e quando lavori con persone brave c’è molto meno da faticare».
Certo è che non poteva fare a meno di fare il cuoco anche sul palco, oltre che in tv? 

«La cucina è la mia passione non puoi rinunciare alla passione e ultimamente sta diventando anche un lavoro, è uscito anche il mio libro. Sono molto contento: quando la tua passione diventa un lavoro credo sia il massimo! In tutti i miei spettacoli si parla sempre di cucina: o c’è realmente o se ne parla».  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico