De Sio protagonista a Musicultura «Porto le armonie di Pino Daniele»

Teresa De Sio
MACERATA -  Grande attesa a Macerata per la prima delle tre serate finali di Musicultura 2017: gli otto vincitori finalisti calcheranno stasera il palco dello...

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MACERATA -  Grande attesa a Macerata per la prima delle tre serate finali di Musicultura 2017: gli otto vincitori finalisti calcheranno stasera il palco dello Sferisterio assieme a Teresa De Sio, Ermal Meta, Simona Molinari e la Gipsy balKan Orchestra. La serata verrà anticipata dagli incontri pomeridiani firmati La Controra. “La poesia di Bob Dylan” sarà al centro dell’incontro con alessandro Carrera, alle 18 al Palazzo Municipale. Alle 18.30 a Palazzo Conventati “A tu per tu” con l’attore Giulio Scarpati, volto di Un medico in famiglia. Alle 18.45 La Rappresentante di Lista animerà piazza Cesare Battisti.

Nel novero dei grandi ospiti di Musicultura, un posto speciale è occupato da Teresa De Sio: la cantante e scrittrice napoletana, che ama presentarsi come una “folk singer sì, ma d’autore”, calcherà stasera il palco dello Sferisterio di Macerata per la prima delle tre serate finali del Festival della Canzone Popolare e d’Autore. Cosa canterà e le emozioni che regalerà al pubblico dello Sferisterio, la De Sio ha voluto raccontarcelo in un’intervista segnata, in filigrana, dal ricordo di Pino Daniele.
Quali canzoni ha messo in valigia, per il pubblico dello Sferisterio? 
«Sto portando in giro per l’Italia quello che io definisco un “disco devozionale”, Teresa canta Pino. La tappa di Musicultura è una delle più belle e prestigiose per portare, su un palco sotto le stelle incorniciato da colonne neoclassiche, la mia interpretazione della musica del grande Pino Daniele, mio conterraneo».
Ci svela i titoli? 
«Preferisco lasciare il sapore dell’attesa. Anticipo che saranno tre pezzi selezionati tra i più cari e più amati da Pino. Ci sarà da emozionarsi, con canzoni di grande impatto, in grado di commuovere». 

Da grande amica di Musicultura e membro della giuria di qualità fin dalla sua prima edizione, nel 1990, cosa pensa di un festival come questo? «Penso che Musicultura abbia cambiato la storia della musica, e sia uno dei concorsi più ambiti dai cantautori che faticano a farsi strada nel mondo della musica oggi. Sono grande sostenitrice di un Festival che ha la capacità di opporsi ai talents così come ce li hanno imposti. Musicultura è un banco di prova, e lo Sferisterio è uno dei teatri più belli d’Italia».  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico