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ANCONA - Una iniziativa in grado di coniugare arte e bellezza. E far riscoprire alla gente il gusto e la voglia di approcciarsi alle bellezze architettoniche, storiche e culturali del nostro paese. Si tratta della “Lunga notte delle chiese”, una sorta di notte bianca dei luoghi di culto, che rimarranno aperte per l’occasione.
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È organizzata su scala nazionale dall’Associazione BellunoLaNotte, in collaborazione con le varie diocesi partecipanti ed il patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura, del Senato della Repubblica e del Ministero della Cultura.
Le chicche
Tre chicche nel panorama artistico di cui è disseminato il territorio della nostra regione, che apriranno, o meglio riapriranno, le loro porte alla scoperta dei grandi tesori che contengono come scrigni preziosi. Nella chiesa di Santa Maria della Piazza, situata ai piedi del centro storico cittadino del capoluogo di regione, con il mare di fronte ed il colle Guasco alle spalle, i visitatori attraverso visite guidate avranno l’opportunità di scoprire le meraviglie del suo portale, appassionarsi alle sue vicende storiche e contemplare la bellezza dei suoi splendidi sotterranei paleocristiani. In contemporanea potranno fermarsi in chiesa per godere di un intervento musicale a cura della prof.ssa Melissa Cantarini, docente di violino dei Cantieri Musicali Ancona(info e prenotazioni 320877361).
A Jesi aperta la cattedrale di San Settimio, costruita nel 1741 secondo il progetto dell’architetto romano Filippo Barrigioni con la sua facciata in mattoncini rossi e travertino, il portale, le statue di san Marcello e san Settimio e in posizione arretrata la torre campanaria. All’interno un’unica navata affiancata da 6 cappelle e diverse tele ed affreschi. Ci saranno anche esecuzioni di brani corali, alternati con letture storico artistica dei tesori della cattedrale e riflessioni sul tema della cura dei fragili (info e prenotazioni 0731226749).
A Monterubbiano, dalle 21 alle 23, visitabile la chiesa suburbana del SS.mo Crocifisso, che si trova fuori Porta S. Andrea, nella zona denominata Piano Nuovo. Nonostante si tratti di una chiesa rurale, la costruzione riveste una certa rilevanza architettonica, accentuata proprio dalla naturalità dell’ambiente circostante. Edificata nel 1590 per volere di Mons. Paolo Pagani, con impostazione barocca, a spese della comunità e con ingenti somme elargite dal prelato stesso, la chiesa appartenne alla Confraternita del Crocifisso, che continua ad officiarla fino ai giorni nostri (info 0734259980 o turismomonterubbiano@libero.it). Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico