In uscita l’album “Maeba” di Mina Il figlio: «Sempre contemporanea»

La copertina di Maeba
LUGANO  – «Mina è contemporanea in quanto coraggiosa, intelligente e cura nei minimi dettagli tutto il suo prodotto. Sceglie le canzoni e le interpreta...

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LUGANO  – «Mina è contemporanea in quanto coraggiosa, intelligente e cura nei minimi dettagli tutto il suo prodotto. Sceglie le canzoni e le interpreta ognuna in maniera diversa, rispettandone il genere musicale e inventando un modo personale grazie alla sua grande cultura musicale e al suo genio interpretativo».

Parole di Massimiliano Pani, il figlio della più grande interprete della canzone italiana, alla presentazione dell’album “Maeba con 12 tracce, in uscita oggi.
E sì, perché Mina, lei, anche questa volta ha disertato l’incontro per parlare del suo ultimo lavoro discografico.
Grande riserbo sul significato del titolo dell’album.
«È un quiz, e chi ci arriva sarà bravo e fortunato – ha scherzato Pani – Può essere il nome dell’aliena che si è materializzata sul palco dell’Ariston al recente festival di Sanremo e che ora ricompare sulla copertina di questo disco. Può essere anche qualcos’altro, come il nome di una principessa polinesiana che ama un pescatore ma ostacolata dal padre di lei, o ancora l’acronimo di chissà quale nome».
Mina è sempre stata di un altro pianeta, da sempre, come testimoniano gli ultimi album di inediti.
«Il fascino di questo disco è che ci sono delle scelte coraggiose, i mondi diversi che lei riesce ad impreziosire – ha confessato il figlio della cantante – Da sempre la forza di Mina è nel trovare il modo di fare anche canzoni di genere completamente diverse fra loro. Non è solo matta a scegliere pezzi difficili ma è anche lucida, cose che oggi una ventenne non farebbe mai: ha sempre fatto delle scelte incantabili».
Anche in questo disco ha scelto compositori e parolieri notissimi o mai sentiti prima.
 «A lei interessa la parte emotiva delle canzoni che gli inviano ma le devono arrivare alla pancia – ha rivelato – Fa il disco in un paio di pomeriggi, perché deve farlo. Entra in punta di piedi in una canzone, cantandola e rispettandola, usando la voce come serve e dove serve, ed è uno strumento che usa a suo piacimento. Mina è l’unica artista che ascolta tutti perché sa che hanno una chance: ha cantato e ha saputo scegliere da sempre, il Battisti di “Insieme e “Amor mio” che ancora non cantava, il De Andrè di “La canzone di Marinella”, solo per citarne due. Si circonda di musicisti molto bravi che provengono dal jazz e che si sono messi al servizio di una Mina più pop».
Una delle sorprese di questo disco è “A minestrina” scritta per Mina da Paolo Conte.
«In questa canzone Mina canta in napoletano non ortodosso con Paolo Conte – ha sostenuto Massimiliano – Parla di due signori della stessa età davanti a una minestrina, un retrò ma proiettato in avanti, come ha sempre fatto: l’ha realizzata lui e poi l’ha mandata a mia madre con la sua voce ha un suo fascino».
Altra sorpresa del disco è la ghost track “Another day of sun” dalla colonna sonora di “La la land”.
«Ha voluto farne un episodio a se dopo le tracce del disco – ha spiegato Pani – Una traccia fantasma esula sempre da un progetto omogeneo. Mina in studio e una professionista assoluta, non ha insicurezze artistiche e sa già prima quello che vuole ottenere».
Anche con questo disco Mina si conferma la numero uno.
«Lo strumento che ha lei è la voce, una dote usata con intelligenza – ha osservato Pani – La voce è l’unico strumento che non puoi imparare: ce l’hai, non c’è un canone preciso».
Mina è da oltre 40 anni che non si esibisce più dal vivo.

«Mai dire mai – ha accennato il figlio – Per farlo comunque dovrebbe averne voglia, magari con accorgimenti innovativi». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico