Ulisse, eroe vecchio e deluso. Musica e letteratura al teatro di Osimo con la voce narrante di Luca Violini

Ulisse, eroe vecchio e deluso. Musica e letteratura al teatro di Osimo con la voce narrante di Luca Violini
Aveva debuttato a febbraio di un anno fa, pochi giorni dopo l’invasione dell’Ucraina, lo spettacolo “Le guerre di Ulisse”, un’originale produzione,...

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Aveva debuttato a febbraio di un anno fa, pochi giorni dopo l’invasione dell’Ucraina, lo spettacolo “Le guerre di Ulisse”, un’originale produzione, che unisce letteratura e musica. Viene ora proposta a Osimo, al teatro la Nuova Fenice, domenica alle 17,30. Il testo, di Patrizio Bianchi, docente dell’Università di Ferrara e ministro dell’istruzione del Governo Draghi, sarà letto da Luca Violini, sulla tessitura musicale composta da Marco Somadossi. 


Un eroe vecchio e deluso


La sua, Luca Violini, sarà la voce di Ulisse?

«Sì, ma il testo del professor Bianchi non rievoca le vicende omeriche in chiave eroica. Indaga piuttosto nelle pieghe dell’animo, è ricco di umanità. Questo Ulisse, ormai vecchio e deluso, ripercorre quella guerra che “doveva essere veloce e fatta di gesta su cui costruire leggende eterne, e invece è stata lunga e ha portato morte, distruzione e odio”. A posteriori, lui conquista la consapevolezza dell’assurdità della violenza, che genera solo lutti e altra violenza. E riconosce i suoi errori».


Una riflessione sulla guerra, presentata al pubblico proprio un anno fa, mentre scoppiava l’ennesimo conflitto. Una coincidenza?

«Una fatalità. Ero stato coinvolto da Mirco Besutti, direttore d’orchestra e docente a Ferrara, come Bianchi, della Cattedra Unesco di Education, Growth and Equality. Lui ha creato, nel 1998, la Banda giovanile John Lennon, un’iniziativa di grande valore sociale, nell’ambito della Fondazione Scuola di Musica Carlo e Guglielmo Andreoli di Mirandola. I novanta musicisti giovanissimi, di quest’orchestra davvero “speciale”, eseguiranno la partitura originale di Marco Somadossi, a fare da contrappunto con la mia narrazione, in un’alternanza continua, suggestiva». 


In esclusiva regionale, ora quest’opera giunge a Osimo. C’è il suo zampino?

«L’ho proposta all’assessore alla Cultura Mauro Pellegrini, che si è entusiasmato all’idea di lanciare nella sua città il messaggio fortissimo di questo lavoro: la denuncia dell’insensatezza di ogni guerra, con la voce di Ulisse, un mito di tutti i tempi, con la musica eseguita da ragazzi, musicisti bravissimi».

Interpretare “questo” Ulisse, cui ha già dato voce in altri spettacoli, cosa significa per lei?

«È una bella sfida, mi obbliga a confrontarmi con la storia. E con me stesso, con le mie certezze, le mie paure, gli errori e i fallimenti. Raccontando, mi sembra di stare nudo davanti a uno specchio».

Qual è il momento più emozionante?

«Difficile da dire, in una tessitura complessa, in cui c’è dentro il mondo. A tratti è ironica, perché la proverbiale astuzia di Ulisse lo conduce a capire il fallimento dell’epica eroica, di un mito di cui si sentiva un campione. Molto forte è l’incipit, come pure la chiusura, in cui si allarga la speranza. E su tutto, c’è il mare, una presenza sonora, minacciosa e insormontabile».

Un aggettivo per definire questo spettacolo?

«Travolgente, come il mare». 

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Corriere Adriatico