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JESI - È come se le Marche contenessero tracce di leggende senza tempo immerse, dalle colline al mare, fra personaggi che riempiono paesaggi e piccoli paesi, in un’atmosfera che diventa fantastica in mezzo a ombre profonde che sollecitano l’occhio dell’artista in dissolvenze oniriche. Sono questi i due tratti di una mostra che Jesi, e l’intera regione, meritano, perché frutto di un lavoro incessante di uno degli artisti che con la fotografia non ha mai mentito. È l’impressione che è emersa al momento della visita della grande “Elegia fantastica”, a Palazzo Pianetti di Jesi.
«Sono sceso da Parigi - ci dice Cyril Drouhet, vicedirettore de Le Figaro Magazine - perché non immaginavo cosa fossero le Marche.
Una mostra sostenuta dalla Regione Marche, dal Comune di Jesi, dalla Fondazione Pergolesi Spontini, con la collaborazione di Laica, che è diventata un biglietto da visita in tutto il mondo per questa terra. Una prima sezione della mostra si trova, come dicevamo, nella Galleria degli stucchi, perfettamente integrata col percorso culturale che ne esalta la diversità cui si deve abituare l’occhio del visitatore. «Anche per le installazioni, le cornici, la carta del libro-catalogo, ho avuto al mio fianco solo ed esclusivamente professionalità marchigiane», dice Scorcelletti. «Un grazie particolare - aggiunge - alla ditta Fedrigoni che ci ha fornito una carta speciale. La nostra regione è fatta davvero di uomini e donne generosi ed appassionati. Li ho voluti far vivere tutti, sia fissandoli nei momenti della loro quotidianità sia immergendomi, per poi riemergere, nella fitta nebbia delle visioni oniriche, che rapiscono e ti portano lontano». La sezione, a pian terreno del palazzo, dedicata alle “Visioni” è un capolavoro di introspezione indagatoria. La mostra resterà aperta sino al 4 settembre. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico