Adelson e Salvini al Teatro Pergolesi Perez-Sierra: «Il Bellini sconosciuto»

Il direttore d'orchestra spagnolo Perez-Sierra
JESI - «È un'emozione dirigere quest'opera mai...

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JESI - «È un'emozione dirigere quest'opera mai rappresentata in epoca moderna e scoprire la creazione di un autore che è un genio». Così il direttore d'orchestra spagnolo José Miguel Perez-Sierra, trentaquattrenne, tra i più importati della sua generazione, che domani, 11 novembre, dirigerà a Jesi la nuova produzione della Fondazione Pergolesi Spontini dell'opera di Bellini, Adelson e Salvini. Una rarità, non solo perché l'opera è la prima composizione di Bellini, che la presentò a coronamento dei suoi studi al Conservatorio San Sebastiano di Napoli nel febbraio nel 1825 (cantata dai suoi stessi compagni, che per l'occasione interpretarono anche i ruoli femminili), ma anche perché ne esistono due versioni e questa è per Perez-Sierra «la più sincera e la più vera». La prima versione si era basata per anni su un manoscritto autografo dell'autore conservato al Museo Civico Belliniano di Catania, ma la partitura era incompleta. Nel 2001 furono scoperte nuove fonti nel Fondo Mascarello della Biblioteca del Conservatorio di Milano, che consentirono di colmare molte lacune e di riconsiderare quello che si credeva di sapere sull'opera grazie a una revisione critica di Casa Ricordi. In più, la seconda versione, finora la più nota, non è mai stata eseguita quando Bellini era in vita. Diversamente da quest'ultima poi, arricchita da recitativi secchi e ampliamenti orchestrali, portata da tre a due atti e parlata interamente in italiano, la prima versione presenta invece dialoghi parlati, e Bonifacio, servo di Salvini, canta sempre e solo in napoletano, conferendo all'opera una maggiore comicità e freschezza. «Nella seconda versione - spiega Pérez-Sierra - forse più rifinita, intravediamo lo stile belliniano seguente, ma non quello che Bellini ha veramente composto quando ha scritto Adelson e Salvini. Nella versione originale invece possiamo scorgere ciò che Bellini era in quel momento, un talento incredibile in grado di raccogliere e reinterpretare in forma originale tutta la tradizione della musica barocca, ma dove già si intuisce un futuro preromantico, dunque un manoscritto da cui emerge lo stile di chi l'ha concepito». La prima, che inaugura la 49ma Stagione lirica del Teatro Pergolesi nell'ambito del cartellone unico Opera Ancona Jesi, si avvale della regia di Roberto Recchia, delle scene di Benito Leonori e dei costumi di Catherine Buyse Dian, già collaboratrice di Paolo Sorrentino nella produzione internazionale di The Young Pope. Nel cast Cecilia Molinari (Nelly), Rodion Pogossov (Adelson), Sara Rocchi (Fanny), Giovanna Lanza (madama Rivers), Merto Sungu (Salvini), Baurzhan Anderzhanov (Struley), Clemente Antonio Dailotti ( Bonifacio), Enrico Marchesini (Geronio). Orchestra sinfonica 'G. Rossinì, Coro lirico marchigiano Vincenzo Bellini. L'opera è in coproduzione col Teatro Massimo Bellini di Catania.
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Corriere Adriatico