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L'attore francese Jean-François Stévenin, che iniziò la carriera come uno degli interpreti più promettenti della Nouvelle Vague sotto l'ala protettrice del regista François Truffaut per diventare poi una “spalla” in tanti film, è morto martedì 27 luglio all'ospedale di Neuilly-sur-Seine (Île-de-France) all'età di 77 anni. L'annuncio della scomparsa è stato dato dalla famiglia, in particolare dal figlio Sagamore Stévenin, anche lui attore. Era padre di altri tre figli, Robinson, Salomé e Pierre, tutti attori. Nato a Lons-le-Saunier il 23 aprile 1944, Jean-François Stévenin iniziò la carriera come assistente alla regia di Alain Cavalier sul set di «La Chamade» (1968). Come attore mosse i primi passi diretto da Truffaut, recitando nelle pellicole «Il ragazzo selvaggio» (1970), «Mica scema la ragazza!» (1972), «Effetto notte» (1973), «Gli anni in tasca» (1976). Nel 1980 Jean-Luc Godard lo ha diretto in «Passion».
Tra le sue interpretazioni memorabili quelle nei film «il giorno del perdono» (1992) di Alexandre Arcady, «Il cavaliere di Lagardère» (1997) di Philippe de Broca, «Il patto dei lupi» (2001) di Christophe Gans, «L'uomo del treno» (2002) di Patrice Leconte.
Tra i suoi film più recenti «Il primo uomo» (2011) di Gianni Amelio. Il suo ultimo film, «Illusioni perdute» di Xavier Giannoli, adattato da Honoré de Balzac, sarà presentato alla prossima Mostra del Cinema di Venezia. Per il suo lavoro di regista Jean-François Stévenin ha ricevuto il Prix Jean-Vigo nel 2018, che gli è stato consegnato da Agnès Varda. Il premio ricompensa i cineasti che si sono distinti per indipendenza, qualità ed originalità.
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