“2020 Nuova Fotografia Italiana/materia e autorialità”, l'immagine esce dai social e va in mostra a Pesaro

Una foto di Giacomo Gaudenzi esposta a Pesaro
PESARO - Oltre 100 opere, tra immagini e video-installazioni, di giovani artisti sono esposte allo “Spazio bianco” di Pesaro, la galleria pubblica dedicata alla...

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PESARO - Oltre 100 opere, tra immagini e video-installazioni, di giovani artisti sono esposte allo “Spazio bianco” di Pesaro, la galleria pubblica dedicata alla fotografia contemporanea della Fondazione Pescheria: “2020 Nuova Fotografia Italiana / materia e autorialità” è una collettiva, a cura di Marcello Sparaventi, a cui partecipano dieci giovani fotografi provenienti da tutta ’Italia, nati tra gli anni novanta e duemila: Fab(b)io, Tonio Martella, Savior, Viviana Bonura, Giacomo Gaudenzi, Elisa Moro, Erica Bardi, Finestra Gialla, Rossana Rizza, Valeria Secchi.

 
Il curatore
Fondatore dell’Associazione culturale Centrale Fotografia di Fano, Sparaventi, che insieme al critico Luca Panaro, organizza da 13 anni “Centrale Festival” alla Rocca Malatestiana di Fano, ha voluto approfondire il ruolo della fotografia nei contesti dei social network, componendo poi una sorta di mappa delle varie modalità espressive della fotografia attuale.

«Ho usato il tempo del lockdown per conoscere meglio Instagram e altri social: volevo capire se era solo pubblicità o c’erano fotografi che avessero progetti stimolanti. È così che mi sono imbattuto in un gruppo di artisti molto interessante, dove ho trovato nuove energie che mi hanno aiutato a guardare in modo diverso certi generi della fotografia: dal nudo al carattere introspettivo delle immagini. Molti studiano le loro relazioni con gli altri, il genere di appartenenza, alcuni sono legati alla comunità Lgbt. Con ironia graffiante, toccano temi che la fotografia tradizionale non tratta».


La comunicazione
Il corpo, i luoghi d’appartenenza, la materia, genere e identità, la società e la comunicazione, sono i temi di questa sorprendente collettiva che mette in evidenza diverse contaminazioni della fotografia e nuovi tentativi di conquista di spazi d’espressione funzionali al desiderio di coniare un proprio e univoco linguaggio, anche indipendentemente dal mezzo che non sempre è la macchina fotografica.

«È effettivamente un nuovo concetto: - prosegue Sparaventi - nell’ambito delle nostre città di provincia abbiamo una visione molto chiusa, ma il fatto di aprirsi a mondi esterni e a generazioni più giovani, ti fa guardare la realtà in modo più coinvolgente e meno retorico. Per loro la macchina fotografica o il cellulare, sono solo un mezzo: qualcuno ha ripreso la macchina fotografica del nonno e ha usato la pellicola perché voleva ottenere più “materia” nelle immagini, altri hanno utilizzato il cellulare per fotografare un modellino costruito apposta per ricreare una particolare scena».

Un mondo affascinante e tutto da scoprire: «Non è un caso che con Centrale Fotografia, a Fano, sono anni che diamo molto spazio agli under 30 e molti di questi ragazzi parteciperanno alla call che uscirà a gennaio per l’edizione 2022. È bello poi scoprire che diversi di loro svolgono studi legati alla psicologia o alla filosofia, in un approccio ampio e contaminato verso l’arte. Insomma, sono riusciti a stupirmi e mi sono venute in mente le parole di Bauman, grande filosofo della “società fluida”, che pose l’allarme su quanto l’occidente sia abituato a guardarsi solo alle spalle, senza confrontarsi con quello che stiamo vivendo».


L’esposizione, a ingresso gratuito e con Green pass, sarà fruibile fino al 28 novembre, dal venerdì alla domenica dalle 17:30 alle 19:30. Info: 347.2974406. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico