ANCONA - È stata studentessa innamorata del suo prof e mamma imperfetta, commissario dagli occhi di ghiaccio e filosofo illuminista (en travesti, nel...
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“È stata una gestazione lunga, accuratissima in fase di montaggio. Quando mi sono seduta per assistere alla prima proiezione, ho tremato. Per me è stato quasi doloroso rivedermi nella prima pellicola di cui sono protagonista. Anche perché questo film, definito una fiaba, è in realtà molto profondo, nel suo ritmo serrato”.
Tremavi prima di vederlo. Poi, come ti sei vista?
“Regina mi è apparsa come un'eroina... anzi, come un macigno! Sarà per i maglioni pesanti che indossa sempre. O forse per la sua personalità. Insomma, mi è sembrata epica”.
Un personaggio epico in una fiaba, Lucia?
“Perché no? E a me è piaciuto dare la faccia e dignità a questa donna. Se ci credi, a un personaggio, è più facile darle la vita”.
Calmato il tremore, soddisfatta?
“Ti dirò! Qualcosa, qualche piccola, piccolissima cosa mi è sembrata sbagliata...”.
Non sarà che tu sei incontentabile, perfezionista?
“Forse sì, sono ipercritica. Ma qualche passaggio, oggi, a posteriori, lo farei diversamente”.
Fiaba: perché è ambientata in montagna?
“In realtà la storia ha solo toni fiabeschi, e una voce narrante che allarga questa atmosfera del grande evento che l'attraversa, una tempesta solare. Per il resto, pur inusuale negli avvenimenti, racconta una... incredibile realtà. E Regina, un'ironica introversa, una burberona che vive nell'hotel della sua famiglia ormai chiuso, è credibile nella sua misantropia, che non le impedisce di fare le pulizie in chiesa e aiutare gli anziani. Per il resto, è tutta dolcetti fatti in casa e partite a carte. Poi, arriva il signore di città, Christian De Sica, che si insinua di prepotenza nell'albergo e nella sua vita. Tra loro, un rapporto spigoloso e difficile, che però porterà entrambi a trasformarsi in altro da sé. E quando torna la primavera, risveglia la vita in tutti e due... diventeranno amici. Ma non farmi raccontare il finale!”.
Allora parlami di Christian De Sica.
“Ma sai che non è affatto egocentrico come sembra sullo schermo? Anzi, è mite e modesto. Racconta aneddoti, e mette al servizio di tutti, sul set, la sua lunga esperienza. È stata una fortuna per noi averlo accanto... Figurati che per lui è sempre buona la prima. Io ogni scena la girerei cento volte! Poi, rivedendola al monitor, rifà ogni mossa, ripete ogni battuta: uno spasso! Con Caterina è stato molto galante, tenero: sai, lei esordiva nel lungometraggio. Vero è che la Carone si è dimostrata caparbia e molto determinata, ha tenuto sempre la barra dritta”.
Il film è stato presentato al Bolzano Film Festival Bozen. Un buon inizio...
“Giocavamo in casa! Vedremo la prima a Roma. Mi piacerebbe che quella sera venisse qualcuno da Ancona, dove stanno pensando di organizzare un pullman”.
Aspettiamo il debutto nelle sale di “Fräulein”. E intanto tu?
“Finalmente si è sbloccato lo stallo per il nuovo film di Francesca Comencini. A maggio cominciamo a girare. Protagonista anche in questo film, che dovrebbe intitolarsi “Nella battaglia”, una storia di amore e lotta, travolgente e impossibile, e un sofferto andirivieni nella memoria... Con me, Thomas Trabacchi. Confesso, sono parecchio agitata, mi sento addosso una grossa responsabilità. Vero è che ho studiato e analizzato il copione fino allo sfinimento, per il provino. Era novembre, ricordo che mi chiusi in casa per tre giorni, per immergermi nella parte, che in alcune scene è ad alta temperatura. Al provino, Francesca mi ha detto: adesso, esagera! L'ho fatto, sono esplosa nella stanza. E lei: sei tu!”.
E lei, com'è?
“Forte, meravigliosa”.
Chi si assomiglia... Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico