Hopper Jack Penn e Zoe Bleu, figli d'arte a Fermo per la presentazione del film “Signs of Love”: «L’amore può cambiare la vita»

Hopper Jack Penn e Zoe Bleu a Fermo per la presentazione del film “Signs of Love”: «L’amore può cambiare la vita»
FERMO - L’amore che vince sul dolore o, per dirla con uno dei personaggi del film, per superare un grande dolore o sofferenza a volte serve un momento di stop: il film...

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FERMO - L’amore che vince sul dolore o, per dirla con uno dei personaggi del film, per superare un grande dolore o sofferenza a volte serve un momento di stop: il film “Signs of Love”, uscito nelle sale italiane lo scorso 11 maggio, è stato proiettato ieri mattina, nella Sala degli Artisti di Fermo, alla presenza di due dei protagonisti, Hopper Jack Penn e Zoe Bleu. L’evento è stato organizzato dal Circolo del Cinema Metropolis.

 


I protagonisti


Figlio di Sean Penn lui, figlia di Rosanna Arquette (pure nel cast) lei, i due giovani attori si sono detti «contenti di essere a Fermo e di poter parlare del film». Accompagnati dal distributore italiano della pellicola, Claudio Corbucci di Nori distribuzione, hanno parlato di fronte a una platea di cittadini e di giovani seguiti da due associazioni, lo Cser Bottega delle idee e Il filo di Arianna. Povertà e solitudine, dolore e amore i sentimenti alla base della trama che ruota attorno a Frankie, un giovane che vive nel nord di Philadelphia, interpretato da Hopper Jack Penn, che si innamora di Jane, una ragazza sorda di famiglia benestante, interpretata da Zoe Blue. In mezzo tutte le difficoltà per avere una vita migliore e cercare di portare fuori dai guai anche il nipote di Frankie.


Le emozioni


«Penso – ha detto Penn – e spero che l’amore possa cambiare la vita di tutti, possa dare speranza. E nel film raccontiamo di come a volte le scelte che si fanno siano sbagliate e a volte si rivelino giuste». Tante sono infatti le scelte che Frankie si trova a dover prendere, in ogni giornata della sua vita, tra amore, sogni e difficoltà di vita della provincia americana. Periferia, sarebbe meglio dire, e Penn aggiunge che quella che si vede sul grande schermo «è la vita della periferia americana, molte situazioni sono proprio così e molte persone si trovano a vivere situazioni di dipendenza». Il padre di Frankie alla fine riesce a smettere di drogarsi, sua sorella ha il brutto vizio di bere. Sono le storie dei familiari del protagonista della storia. E quanto sia una situazione comune a tutti, lo dice anche Clarence Fuller nelle note di regia: «Crescere in povertà è stordente e complesso».

«Non sei mai coccolato – aggiunge il regista – cerchi di capire come affrontare ciò che la vita ti propone, inizi a fare scelte basate sulle cose tangibili della vita per sentirti “figo” come i tuoi coetanei, da adulti ci si rende conto che sono le cose intangibili a essere importanti, ma si è già intrappolati dalle scelte fatte da adolescenti, o almeno così si pensa, ecco Frankie». Quanto alle emozioni, Blue, che ha interpretato Jane, sorda, dice che è stata un’esperienza «incredibile, interessante. C’è stato molto da fare, per lavorarci, per essere Jane, e questo mi ha insegnato e lasciato molto: ho imparato ad ascoltare con gli occhi, e parlare con il mio corpo. Ho appreso il linguaggio del corpo, ho imparato a esprimermi con le mani».

I figli d'arte


Figli d’arte, Penn e Blue hanno recitato in un film indipendente e, come accade in questi casi, le riprese sono durate una ventina di giorni, nei quali i protagonisti si sono sentiti a proprio agio. «È stata una splendida esperienza – ha detto Blue – sul set siamo stati come una famiglia, il regista è stato straordinario, per me è stata magnifico essere parte di questo film, con la troupe, è stato speciale anche per loro».

Ora lei e Penn stanno girando l’Italia, sei le città toccate in questi giorni, tra cui Fermo. A Roma hanno vinto la prima edizione del premio Corbucci assegnato nell’ambito di Alice nella Città 2022. Il premio nasce per desiderio di Nori, moglie di Sergio Corbucci, per ricordare la carriera di Sergio e Bruno, ed è stato assegnato al film «per la dolcezza con cui il regista ha saputo guardare al dolore dei suoi protagonisti che si oppongono al disagio con improvvisi cenni d’amore». 

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Corriere Adriatico