Ermal Meta parla d’amore e il pubblico delle Muse risponde con i cuori rossi

Ermal Meta alle Muse
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ANCONA - Ermal Meta parla d’amore, il pubblico delle Muse risponde con una coreografia di cuori rossi. Teatro sold out mercoledì sera per la pop-star di “Vietato morire”. Parterre prevalentemente femminile e “teen” per un artista che strizza l’occhio al mondo dei talent (è stato in giuria ad “Amici”), ma viene dalla gavetta vera. Il concerto è stato indubbiamente godibile. L’essenza del pop. Né più, né meno.

 

""Per cosa si deve cantare, se non per amore?"" ha detto ad un certo punto Ermal. Fan in delirio, e ha attaccato con “Voodoo Love”. Melodie facili e testi al glucosio. Ingredienti semplici, ma azzeccatissimi. Come quando ha chiesto al pubblico di cantare al posto suo il testo di “Piccola anima”. Il primo giro l’ha accompagnato lui con la chitarra acustica, e il pubblico tutto in piedi a cantare. Poi è entrata la band, e la canzone è cominciata. Strategie di coinvolgimento più da club, che da teatro. Però ha funzionato alla grande. In scaletta tutti i maggiori successi, quasi fosse un greatest hits: “Odio le favole”, “Pezzi di paradiso”, “Lettera a mio padre”, “Gravita con me”, “Ragazza paradiso”, “Volevo dirti”, “New York”. Un colpo dietro l’altro assestato con precisione chirurgica. Neanche ci fosse stato Cupido sul palco a scagliare dardi in platea. Ma l’effetto è stato praticamente quello. Un elogio all’amore. Infiocchettato in perfette “three-minute-songs” che restano impresse al primo ascolto. E se questa è la missione del pop, Ermal Meta è al posto giusto.


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Corriere Adriatico