Il dramma di Romeo e Giulietta è a ritmo di tango

Romeo y Julieta tango
SENIGALLIA - Il dramma d’amore shakespeariano per antonomasia diventa tango: anteprima nazionale al Teatro La Fenice di Senigallia stasera per “Romeo y Julieta tango” di...

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SENIGALLIA - Il dramma d’amore shakespeariano per antonomasia diventa tango: anteprima nazionale al Teatro La Fenice di Senigallia stasera per “Romeo y Julieta tango” di Compagnia Naturalis Labor con le coreografie di Luciano Padovani, primo dei quattro appuntamenti con la danza proposti dall’Amat nel cartellone realizzato con il Comune in collaborazione con la Compagnia della Rancia e il sostegno di MiBACT e Regione Marche


Il balcone di Julieta è ora all’incrocio di strade tumultuose, fra odori e suoni dei barrios di Buenos Aires. Romeo e Giulietta diventano sintesi dell’abbandono totale della donna nell’abbraccio dell’uomo, paradigma del tango con il loro amore ostacolato e impossibile. “Romeo y Julieta tango” è un racconto in chiave sudamericana della “storia di tutte le storie d’amore con dieci danzatori/tangueri in scena sostenuti dalla musica dei maestri del genere interpretata dal vivo dal Tango Spleen Cuarteto.

Creata nel 1988 da Luciano Padovani e Francesca Mosele, la compagnia vicentina Naturalis Labor svolge un continuativo lavoro di ricerca sulla danza contemporanea, sul tango e sui nuovi linguaggi dell'arte.



Dopo alcune esperienze di teatro e mimo, Padovani si forma nella danza con Carolyn Carlson a Venezia e prosegue poi a Parigi con molti altri didatti della danza, fra cui Robert Kovich e Domenique Petit.

Rientrato in Italia lavora come danzatore alla Scala per molti anni, nella compagnia di danza contemporanea di Susanna Beltrami ed in seguito in diversi enti lirici e in altre compagnie di danza italiane prima di fondare nel 1988 Naturalis Labor. Il suo codice gestuale si avvicina molto alla danza belga.

Nel 2005, complice la sua passione per il tango, inizia così un nuovo percorso tra la danza e il tango che lo porterà a creare (con la coproduzione del festival Oriente Occidente), La Catedral. Un percorso coreografico che avvicina la “contact dance” al “tango milonguero”, una particolarità che ha reso unico il suo lavoro.


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