The Kolors in concerto a Civitanova con il loro “Cabriolet Panorama tour”: «La nostra musica è davvero unica»

The Kolors
CIVITANOVA - I The Kolors, al secolo Antonio Stash Fiordispino, Alex Fiordispino, Daniele Mona, saranno oggi, sabato 24 luglio, a Civitanova Marche per il loro...

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CIVITANOVA - I The Kolors, al secolo Antonio Stash Fiordispino, Alex Fiordispino, Daniele Mona, saranno oggi, sabato 24 luglio, a Civitanova Marche per il loro “Cabriolet Panorama tour”. A partire dalle ore 21,30, all’arena Varco sul Mare, il gruppo suonerà i suoi più grandi successi, e poi incontrerà il pubblico (Info: 0733865994). 


Stash, cosa porterete sul palco di Civitanova? 
«Porteremo i nostri brani, per ripercorrere le tappe della nostra carriera: dal primissimo album, del 2014, ma anche dalle nostre precedenti esperienze. Intendo quelle dei locali underground di Milano, le radici del nostro essere musicisti. Non dobbiamo dimenticare ciò che siamo e da dove veniamo». 

 
Può fare qualche esempio? 
«Ci saranno anche gli ultimi brani: Cabriolet Panorama, Mal di Gola. Cito anche Pensare male, ma più indietro Twisting, Keep on smiling. Un viaggio nella nostra storia».


Come mai avete deciso di passare dall’inglese all’italiano? 
«Più che una decisione è stata un’esigenza. Al di là di Sanremo, quando ti interfacci con un pubblico soprattutto italiano, come è anche la maggioranza di coloro che ci seguono dal Nord Europa, abbiamo dovuto cantare in italiano. É più semplice far vedere loro chi siamo, trasmettere i nostri messaggi, che sono così più diretti, perché li ricevono mentre ascoltano i nostri brani. All’inizio l’inglese serviva, ne avevamo bisogno, per gli hook, quei passaggi come “Oh oh”, ma a trent’anni ormai l’esigenza è quella di avere linguaggi e parole più nostri. E questo ci dà anche delle soddisfazioni».


Come? 
«Al supermercato una signora mi vede e mi dice: “Finalmente anche io posso cantare una sua canzone”. Mi ha fatto scattare una molla, una grande soddisfazione, quella di raggiungere il cuore delle persone al 100%. Il pubblico è più importante dello stesso microfono. Quando poi vediamo che persone che non ci conoscono, ma vengono ai nostri concerti per accompagnare qualcuno, e diventano nostri fan, siamo felici. Sono quelle le persone più belle da attrarre con la nostra musica». 


Che messaggio raccontate con le vostre canzoni in questo tour?
«Posso dirne due? Uno è testuale, vogliamo raccontare le storie in cui si possono rivedere le persone, le esperienze, la vita. Per il messaggio musicale sottolineo che cerchiamo sempre un nostro sound che sia riconoscibile, ci rifacciamo comunque alle sonorità anni ‘80».


Come mai proprio questo periodo? 
«Non l’abbiamo scelto deliberatamente: ci è venuto naturale, è il cuore che ha scelto per noi. Le nostre famiglie lavoravano nel mondo della musica, era nel nostro Dna ascoltare queste sonorità, le stesse cose. Ricordo in particolare i Supertramp o i Cure, sono i suoni che ancora ascoltiamo. Ma la nostra musica si deve distinguere, come negli anni ‘80 i suoni erano icone, anche noi vogliamo che la nostra musica sia unica». 


I fan avranno presto un nuovo disco?


«Di materiale ne abbiamo, anche per farne più di uno. Arriverà. E punteremo tutto sulla coerenza: non facciamo la musica solo per i numeri. Poi se come per Cabriolet Panorama arriva il disco d’oro, beh, significa che il pubblico ci ama».  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico