Caterina Balivo furiosa contro un telespettatore in diretta: «Basta, fatti una vita»

Caterina Balivo non tollera commenti fuori luogo. E oggi a "Vieni da me" ha risposto per le rime a un telespettatore e utente dei social che aveva...

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Caterina Balivo non tollera commenti fuori luogo. E oggi a "Vieni da me" ha risposto per le rime a un telespettatore e utente dei social che aveva travisato parte dell'intervista a Marco Baldini. Durante lo spazio della "cassettiera", il conduttore radiofonico aveva fatto una serie di battute sugli abitanti di Roma Sud e quelli di Roma Nord. In diretta è stato letto un commento sui social che ha fatto infuriare la conduttrice. «Basta, fatti una vita», ha tuonato Balivo contrariata.


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«Ci sono persone che scrivono senza nemmeno ascoltare», ha precisato alludendo alla battuta sulle zone della Capitale, evidentemente fraintesa. L’utente, infatti, ha scritto che Baldini parla dall’alto del suo attico nei Parioli. Prendendo le difese del suo ospite, Balivo ha spiegato che Baldini era ironico e che vive con la compagna a Colli Albani (Roma Sud). Battute a parte, Baldini ha approfittato della trasmissione per parlare della sua vita, della carriera e della ludopatia, che ha caratterizzato il suo periodo più buio. «Ho perso affetti e forse anche l'opportunità di avere un figlio. Se avessi gestito la mia vita in modo diverso, forse non sarebbe finito il mio matrimonio. E forse non avrei perso amici... In tanti hanno provato ad aiutarmi, anche Fiorello con il lavoro. Ma in quel momento non era possibile capire. Linus mi ha prestato soldi, Magalli... Fabrizio Frizzi è stato una grandissima persona, aveva una grandissima umanità».

E poi ancora: «Ho buttato via cellulari per non ricevere le telefonate dei creditori. Avevo paura ad accendere il telefono, con tutti i messaggi di chi giustamente voleva i soldi che io avevo buttato via con la ludopatia».

«La ludopatia - spiega - è una malattia, ti rendi conto di essere malato quando è già troppo tardi e vedi dietro una voragine. Io ero un vecchio 'cavallaro', giocavo anche a carte ma in maniera marginale. Ti rendi conto della follia quando vedi che i soldi piazzati su una corsa bastano per fare una settimana di spesa per una famiglia. Non è solo una questione di soldi, non si perdono solo i soldi: affetti, amicizie, talento, lavoro, tempo da dedicare a voi stessi... Ho smesso di giocare nel 2009, ma capita di giocare un euro al Superenalotto...». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico