Cannavacciuolo: "Le donne non devono soffrire ai fornelli. Imparate in Giappone"

Chef per professione e star per vocazione. Antonino Cannavacciuolo è diventato un divo, protagonista di show formativi affollatissimi. ...

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Chef per professione e star per vocazione. Antonino Cannavacciuolo è diventato un divo, protagonista di show formativi affollatissimi.


Com'è nata l'idea di queste lezioni?
«Dopo il programma tv Cucine da Incubo, tante persone volevano che andassi a vedere il loro ristorante oppure domandavano consigli. Così, insieme ad alcuni motivatori, abbiamo costruito questi eventi».

Quali sono i segreti per avere fortuna nella ristorazione?
«Per avere fortuna ci vogliono i sacrifici. Bisogna stare dietro al cliente e lavorare bene».

Dopo Cucine da incubo, è arrivato MasterChef: in quale trasmissione si riconosce?
«MasterChef è più popolare ma il primo amore non si scorda mai. Cucine da Incubo è il mio programma».

Trasmissioni televisive, aperture di locali, fioritura di blog: perchè il food ha fatto boom?
«Il boom è nato dall'assenza di figure come nonne o mamme che cucinavano in casa. Prima, al ristorante si andava in occasioni speciali, oggi si va a pranzo e cena, tutti i giorni. La crisi ha portato molti a cucinare da soli, così la gente guarda la tv per imparare ricette».

Come valuta l'attuale ristorazione italiana?
«Ci sono molti professionisti ma anche tantissimi che vedono il mestiere solo come business e si improvvisano».

Una volta ha detto: Il mondo dell'alta cucina è maschilista.
«Io amo le donne, così tanto che non sopporto di vederle soffrire in cucina. Questo lavoro è faticoso e ti tiene lontano dalla famiglia».

Cosa consiglia agli aspiranti chef?
«Di andare all'estero. Devono acquisire le basi 2/3 anni in Italia, poi partire per apprendere nuove tecniche da riportare qui per unirle ai nostri ingredienti».

Quali sono i Paesi stranieri più interessanti per la cucina?
«Francia, Cina e Giappone. Quest'ultimo, in particolare, è un mondo a parte, da impazzire: se unisci quelle tecniche alla nostra materia prima, hai fatto bingo».

Cosa vede nel domani della ristorazione?
«Più professionalità. Quelli che improvvisano devono sparire».

E per il suo futuro cosa sogna?
«Vivo alla giornata, mi godo il momento, ma ho l'idea di ritirarmi a vivere in barca».


Immagino sarà in un futuro lontano
«Ni». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico