Il giorno di Tosca a RisorgiMarche Un live a Piani di Monte Torroncello

Tosca, nome d’arte di Tiziana Tosca Donati
CAMERINO - Gli “Appunti musicali dal mondo” di Tosca approdano a RisorgiMarche. Oggi pomeriggio l’artista romana si esibirà a Piani di Monte...

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CAMERINO - Gli “Appunti musicali dal mondo” di Tosca approdano a RisorgiMarche. Oggi pomeriggio l’artista romana si esibirà a Piani di Monte Torroncello (Camerino) alle ore 16,30. Un viaggio attraverso le radici della musica popolare, attraverso i suoni delle culture del mondo.


Tosca, quando questa passione per le radici della musica poplare?
«Fin da ragazzina ho amato tantissimo la musica delle tradizioni popolare, e il merito principale fu di mio padre. Poi, quando sono diventata una cantante professionista, ho sempre trovato riduttivo restare imprigionata nel sistema della musica pop italiana».

Dunque un’immersione nelle culture del mondo?
«Sicuramente in questo progetto musicale ci sono dentro tutti i viaggi che ho fatto in giro per il mondo, dove ho suonato e incontrato artisti molto validi. Poi la virata vera e propria è arrivata quando ho abbracciato il teatro».

Ecco, che cosa è successo?
«Il teatro è un mondo in cui i vincoli e le influenze causate da imposizioni economiche sono di gran lunga minori rispetto all’ambiente della musica. Dunque ho potuto esprimermi artisticamente con maggiore libertà, dando vita a questi progetti di ricerca e approfondimento».

Che cosa le è piaciuto di più di questo approccio sperimentale?
«La sperimentazione per me è conoscenza, e la conoscenza è apertura. E’ crescita e linfa vitale. Mentre la curiosità è stata la spinta forte che mi ha portata alle contaminazioni sonore».

Mai nessuna indecisione?
«Da parte mia assolutamente no. Erano le persone accanto ad essere più titubanti. Io ho voluto seguire il mio istinto e il mio cuore, e il pubblico ai concerti ha premiato questa scelta. Addirittura gli ascoltatori erano molto più rapiti dalle canzoni meno conosciute. Questo mi ha dato uno stimolo in più per proseguire su questa traccia».

Fino a che la ricerca l’ha portata alla tradizione popolare della canzone romana.
«Era già nel mio Dna, ma sicuramente ho dovuto fare un ulteriore approfondimento. Io ho amato Gabriella Ferri, a cui in passato ho anche dedicato un omaggio».

Quali aspetti ha riscoperto della canzone romana?
«Per molto tempo la musica romana è stata accostata a concetti che hanno a che fare con qualcosa di greve. Non è affatto così. Per questo ho voluto porre un accento su ciò che di più aulico ha lasciato la canzone romana».

Che valore ha oggi la riscoperta delle radici?
«Un valore altissimo, perché la musica non ha colori. E’ già un linguaggio comune a tutte le culture. E’ un grande mondo dove non ci sono pregiudizi. Viaggiando per il mondo ho trovato un po’ delle mie radici culturali in ogni popolo. Se avessi messo dei paletti non sarebbero mai accadute le tante collaborazioni che ho avuto il privilegio di fare».
RisorgiMarche: come è arrivata la partecipazione?
«Grazie ad una telefonata di Neri (Marcorè, ndr), mio grande amico. Avevamo già in mente di fare qualche cosa insieme anni fa, ma non siamo mai riusciti a combinare. Ci siamo incontrati di nuovo quest’inverno, e poco dopo mi ha contattato per RisorgiMarche».

Che rapporto ha con questa regione?

«Dico solo che sono per metà marchigiana. I miei nonni paterni erano di Petritoli e di Ponzano di Fermo. Quando ritrovo i miei parenti mi diverto a parlare il marchigiano. Amo davvero questi posti». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico