Rosi oggi a Cagli con “Non ti pago” «Così porto avanti l'opera di Luca»

Carolina Rosi con Gianfelice Imparato in una scena di "Non ti pago"
CAGLI - In scena stasera alle 21 a Cagli uno dei testi più noti della drammaturgia di Eduardo De Filippo, realizzato con l’ultima regia di Luca De Filippo,...

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CAGLI - In scena stasera alle 21 a Cagli uno dei testi più noti della drammaturgia di Eduardo De Filippo, realizzato con l’ultima regia di Luca De Filippo, scomparso due anni fa: “Non ti pago”, con un cast di eccellenti attori capitanati da Carolina Rosi e Gianfelice Imparato. La Rosi, moglie di Luca e figlia del noto regista cinematografico, è di nuovo sul palco e ha tutta l’intenzione di portare avanti la tradizione teatrale napoletana. Info: botteghino tel. 0721-781341.


Ora occorre salvaguardare tutto il lavoro fatto?
«Il povero Luca non ha avuto il tempo di programmare niente e di capire fino in fondo come organizzarsi, per il futuro della sua compagnia o di quello che lo riguardava. La compagnia fondata da lui è un nucleo compatto che lavora insieme da più di 10 anni. Non sono stata tanto a riflettere, mi è sembrato naturale portare avanti il suo lavoro, proprio per dare un segnale di esistenza e di forza, continuando a credere nel teatro. Con questa commedia abbiamo superato le 200 repliche: merito della sua regia».

Un’eredità che necessita anche di collaborazioni esterne?
«Sì, abbiamo prodotto un altro spettacolo, “Questi fantasmi” con la regia di Marco Tullio Giordana che ha fatto un ottimo lavoro. Ora occorre proseguire in un percorso di crescita e affiancamento a registi e autori che possano continuare ad insegnare qualcosa agli attori. Siamo una delle poche compagnie con 11 attori, 5 tecnici, dove si pagano anche i giorni di riposo. La lealtà di Luca mi appartiene, sia come Dna di famiglia che per la sua vicinanza».

Per il teatro napoletano di Eduardo e non solo?
«Infatti, abbiamo iniziato a produrre anche altri spettacoli con autori contemporanei napoletani, come Enzo Moscato con la regia di Carlo Cerciello. Si può e ci si deve occupare non solo di chi è già arrivato, ma anche di realtà che vanno aiutate».

Una grande forza la sua..
«Bisogna lasciare da parte se stessi e mantenere viva la memoria. Per me è un godimento salire sul palco ogni sera e forse l’ho capito di più ora. Prima ero protetta da Luca, la vita in tournée era divisa in due e sapevo di avere un occhio attento sempre su di me. Ora ho dovuto responsabilizzarmi, ritrovando una nuova forza».

Non ti pago è una commedia che venne definita tragica da Eduardo?
«È una delle più tragiche perché come in tutte le commedie che parlano della nostra vita e dei sentimenti, non si può non includere la loro ambivalenza. Qui c’è una famiglia messa a dura prova con momenti esilaranti, ma anche estremamente tragici e che, secondo me, non ha nemmeno un lieto fine». 

Un ricordo di Luca?

«È strano: mentre quando è successo pensavo di essere più forte, più passa il tempo e più mi scopro fragile. Ogni sera vedo Luca davanti a me: era una persona dalle mille sfaccettature, spiritoso, generoso, attento e severo. Un Uomo con la maiuscola e io lo rivedo anche nei gesti delle persone che mi circondano. Ti spiazzava, sapeva sorprenderti: non ne troverò un altro come lui». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico