CAGLI -Un documentario danzato, un'azione coreografica innovativa nella quale i corpi dei danzatori narrano storie vere: al Comunale di Cagli, domani, venerdì...
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Sono ormai 16 anni che la compagine israeliana si è trasferita nel deserto del Negev, fondando "Adama" che significa Terra: un centro artistico e creativo, dove propongono corsi di danza e laboratori di guarigione, lavorando sulla libera espressione del movimento umano quando non è spinto al limite fisico. «Abbiamo voluto vivere una vita senza separazione» dicono Liat Dror e Nir Ben Gal «così che la danza potesse diventare parte della nostra vita quotidiana e non un'arte indipendente che richiede una vita competitiva e frenetica. Siamo voluti ritornare a danzare in un luogo di dedizione, disciplina e amore».
Lo spettacolo riesce a porre l'accento sulla mancanza di sicurezza, la ripetitività e l'alienazione di un lavoro necessario ma sottopagato. La storia si riferisce al Rana Plaza di Savar in Bangladesh, un grande edificio che ospitava fabbriche di abbigliamento dove lavoravano 5000 persone per noti marchi occidentali. Il 24 aprile 2013 il fabbricato crollò provocando 1129 vittime (in gran parte donne) e oltre 2500 feriti, conseguenza diretta della pressione delle grandi aziende che sfruttano senza alcuna sicurezza per i dipendenti. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico