L'anconetano Atarde pubblica il nuovo singolo: «Ascolto tutti i generi, mi lascio contaminare e mi dedico all'indie pop»

Leonardo Celsi, in arte Atarde, 20 anni, di Ancona
ANCONA - È giovane, e da poco sulle scene musicali: l’anconetano Atarde, al secolo Leonardo Celsi, classe 2001, ha da poco pubblicato il suo secondo singolo...

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ANCONA - È giovane, e da poco sulle scene musicali: l’anconetano Atarde, al secolo Leonardo Celsi, classe 2001, ha da poco pubblicato il suo secondo singolo “bulbi”, che segue l’altro d’esordio, “loml”. Un nuovo brano, prodotto da Duffy, punto di incontro tra le parole un po’ tristi e rassegnate e la musica un po’ più allegra. Lo stesso Atarde dice che «quest’antitesi fra musica e parole secondo me è ciò che rende il pezzo interessante».

 
L’ispirazione
E spiega anche il motivo: «L’ispirazione del testo è arrivata in un momento in cui un po’ giù, la musica era più allegra, e allora ho bilanciato. Mi fa ridere che qualcuno possa canticchiare e fischiettare una canzone che nasce da uno stato di insoddisfazione e rammarico come quello che ho esplicitato nel brano». Un aspetto originale questo tanto quanto l’altro, poco frequente, che si nota nel singolo d’esordio. In “loml”, infatti, Celsi canta le strofe in italiano e i ritornelli in inglese. «L’inglese è la lingua in cui ho iniziato a scrivere – spiega – e trovo che in alcuni casi sia anche più scorrevole. È la lingua ideale per i ritornelli, ma non volevo abbandonare l’italiano». Il primo è un brano inizialmente uscito in stile lo-fi, ma che poi, con la produzione di Fudasca, e alcune modifiche all’arrangiamento, è diventato più dinamico e intenso.


La relazione con la musica
Difficile pensare che Leonardo Celsi non seguisse la carriera musicale. Le note hanno iniziato a far parte della sua vita sin da quando era piccolissimo. «I miei genitori sono musicisti – racconta Atarde – e la passione per la musica è venuta fuori quasi in modo naturale. E ho iniziato presto a suonare». I genitori sono violinisti, ma lui ha iniziato con la batteria, e poi è passato al piano, con il quale ha cominciato a dare vita ai suoi primi brani. «Ne ho già diversi in archivio – spiega – ma quando ho si sono accumulati e ho visto che mi piacevano molto, ho capito che dovevo farli uscire, trasmetterli agli altri e farli ascoltare. Vorrei che il pubblico, nei testi dei miei brani, riuscisse a ritrovarsi, ad avere un posto dove specchiarsi. Nelle parole che canto esprimo spesso situazioni di disagio, e vorrei che in questo nessuno si sentisse solo». Ha iniziato con le cover nel 2020, su Soundcloud, e poi lo scorso mese di ottobre, la prima uscita con l’etichetta Pezzi Dischi, in licenza Island records/Universal music italia.


Atarde ascolta di tutto, ma i suoi primi brani nascono dopo la scoperta, spiega, «dell’ukulele, uno strumento molto usato dai Twenty One Pilots, gruppo americano, che adoro. Ma io ascolto di tutto, e a volte mi lascio “contaminare”. Cito anche Venerus, Milky Chance, ascolto tutti i generi, ma poi mi dedico all’indie pop». Questo il presente. Per il futuro, nella letterina a Babbo Natale, scriverebbe la richiesta di «avere un po’ più di sicurezza nella musica, uno sprint diverso. Sono ancora all’inizio del percorso, sto lavorando ad altri brani, vedremo quando uscirà il prossimo». Intanto però si complimenta con Baltimora, suo concittadino, per la vittoria a X Factor: «Sono contento per lui, frequentavamo la stessa scuola, spero di vederlo presto». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico