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ASCOLI - Si apre un anno importante e denso per l’ascolano d’adozione Massimiliano Ossini, reduce da mesi con qualche preoccupazione – è rimasto contagiato in modo non grave dal Covid 19 nello scorso settembre – ma che ora appare pieno di progetti, fervori, di iniziative professionali.
Il popolare conduttore è da poco ripartito con la nuova stagione di “Linea Bianca”, programma che da 7 anni intende divulgare e tutelare l’universo della montagna, oltre a raccogliere i frutti della sua seconda, recente pubblicazione, “Le montagne rosa - Viaggio alla scoperta delle Dolomiti” edito per Rizzoli. Si tratta di un libro estremamente personale, il resoconto del suo arrivo sulle Tre Cime di Lavaredo, che va a seguire il suo esordio editoriale, avvenuto due anni fa con “Kalipè – Il cammino della semplicità”. Kalipè, termine usato dalla popolazione degli Sherpa, in Himalaya, rappresenta per Ossini un modo per affrontare la quotidianità, cercando di assaporare ogni momento che essa offre, tra stupore ed entusiasmi. Una consapevolezza che è nata piano ma che oggi per lui è diventata un’esigenza. Lo scorso 12 dicembre, in occasione del suo ritorno alla conduzione di “Linea Bianca”, ha voluto inaugurare un’edizione diversa, meno spettacolare, dedicata alla scoperta del turismo di prossimità.
Sia le pubblicazioni che l’esperienza tv che si rinnova affondano le loro radici su una passione incontenibile, quella di camminare lungo sentieri e salite. Ma lui tiene a precisare: «Non è il “dove” si cammina, ma il “come”. L’incontro con una comunità di frati in un luogo sperduto dell’Appennino, l’abbraccio del bosco, lo sguardo del lupo». Il suo programma, lo scorso 9 gennaio ha voluto racchiudere i luoghi della terra in cui abita da quando ha sposato l’imprenditrice Laura Gabrielli: il Piceno. Una puntata che ha molto gratificato gli ascolani, che hanno inondato il web di dichiarazioni di affetto e stima incontenibili nei confronti del conduttore. Un legame così forte con il territorio, quello di Ossini, da averlo indotto a tornare a casa ogni volta da Roma, verso cui si dirige per lavoro anche 4-5 volte a settimana. «Fare il pendolare non mi pesa più. Vado in macchina lungo la Salaria e questo mi consente ogni volta di fermarmi e guardarmi la bellezza che c’è intorno, scoprendo ogni volta colori diversi, scorci che non avevo colto prima».
Massimiliano Ossini pensa che ogni percorso intrapreso sia pieno di scoperte.
Corriere Adriatico