Silvio Orlando con “Lacci” ad Ascoli Salta la rappresentazione di stasera

L'attore Silvio Orlando con il cast di "Lacci" al Teatro Ventidio Basso di Ascoli
ULTIMORA - A causa di un'indisposizione fisica di Silvio Orlando, lo spettacolo 'Laccì previsto questa sera al Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno non...

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ULTIMORA - A causa di un'indisposizione fisica di Silvio Orlando, lo spettacolo 'Laccì previsto questa sera al Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno non andrà in scena. La rappresentazione sarà recuperata lunedì 23 ottobre sempre alle ore 20.30. Biglietti e abbonamenti rimangono validi per la data di recupero. La rappresentazione prevista domani si terrà regolarmente alle ore 17.30. 



ASCOLI - Nella sua carriera ha interpretato più di 50 film, incarnando temi ora drammatici, ora brillanti, sempre attraverso personaggi lievi, mai aggressivi, conquistando tutta la generazione dei nuovi maestri del cinema italiano: Salvatores, Mazzacurati, Lucchetti, Virzì. E poi gli incontri fatali, che gli hanno permesso di ottenere premi in quantità, in particolare con Nanni Moretti (“Il Caimano”) e Pupi Avati (“Il papà di Giovanna”). Stiamo parlando di Silvio Orlando, reduce dal ciak d’oro conquistato per il suo ruolo internazionale del Cardinale Voiello in “The Young Pope” di Paolo Sorrentino. Si trova nelle Marche dove sta per partire la seconda stagione del suo ultimo lavoro teatrale “Lacci” di Domenico Starnone, dove è diretto da Armando Pugliese. Uno spettacolo che debutta questa sera al Ventidio Basso di Ascoli e che riporta l’attore napoletano alla scrittura dell’autore di “La Scuola”. 
Orlando, è felice di questa esperienza che la riporta in palcoscenico? 
«Sì perchè il palco è il luogo in cui ti accorgi direttamente dove puoi portare lo spettatore». 
Dopo oltretrent’anni di nuovo con Starnone...
«È il sogno di ogni attore avere un drammaturgo che confeziona spettacoli per te. Lui è un grande comunicativo del contemporaneo, scrive guardandoti negli occhi e può anche farti male. Qui però vedrete un altro Silvio Orlando e anche l’autore vi sembrerà diverso».
Come mai è sempre più rivolto al palcoscenico? Eppure ha appena vinto un riconoscimento per “The Young Pope”...
«Da qualche anno ho compreso l’assoluta bellezza del teatro, che ti consente il corpo a corpo con il pubblico. L’esperienza con Sorrentino è stata bella ma faticosa perché è difficile stargli dietro: lui tende a giocare con le tendenze intellettuali e stilistiche del momento ed io di certo non sono un personaggio che sposa le mode. Tuttavia ho affrontato questa esperienza internazionale con impegno, perché sento molto il peso delle responsabilità». 
Cosa pensa di Hollywood? Nel 2000 con “Fuori dal mondo” era arrivato ad un passo dall’Oscar per il film straniero...
«Come italiani l’unico modo che abbiamo per piacere è proporre noi stessi, senza tentativi di imitare qualcos’altro. Penso che ognuno debba rivelare la verità, la propria attitudine, offrire ciò che nasce nell’area in cui è nato e cresciuto». 
Con il regista marchigiano Giuseppe Piccioni ha lavorato in due film.
«Già... lui è di Ascoli, la città più sottovalutata d’Italia. Che peccato, con questa piazza tra le maggiori meraviglie della Penisola. Con Giuseppe ho recitato anche in “Luce dei miei occhi” oltre che in “Fuori dal mondo”, che reputo forse la pellicola più bella che io abbia mai girato: io e lui siamo molto simili, malinconici, ci autofustighiamo. Forse è un bene che ci frequentiamo poco. Se penso a “Fuori dal mondo” penso alla magia di quel film e anche alla sorpresa di vedere un risultato di molto superiore alle aspettative». 
Il desiderio professionale non realizzato?

«È rivolto al teatro, è un progetto che riguarda la famiglia dei De Filippo, mi auguro possa concretizzarsi», conclude laconico l’artista, che pur ammirando la figura di Eduardo, spera di poter interpretare il ruolo di Peppino, a cui si sente più affine per sensibilità e carattere.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico