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ASCOLI - È reduce dal successo ottenuto con il suo ultimo film “L’Ombra del giorno”, girato un anno fa nel centro storico di Ascoli e interpretato da Riccardo Scamarcio e Benedetta Porcaroli, con cui ha avuto un’ottima vetrina a Los Angeles e ora il suo operato sarà insignito durante l’edizione 2022 dei “Nastri D’Argento” per un altro lavoro importante da lui realizzato. È Giuseppe Piccioni, il regista nato e cresciuto nel capoluogo piceno, che il prossimo 9 maggio sarà uno dei protagonisti della cerimonia di premiazione riservata ai “Corti d’argento”, la sezione dedicata ai cortometraggi dell’antico riconoscimento riservato al cinema italiano.
Il regista, infatti, riceverà il “Corto d’Argento Speciale”, nell’ambito della manifestazione nata nel 1946 per volontà del sindacato nazionale giornalisti cinematografici italiani, per aver firmato un lavoro già applaudito alla ultima edizione della rassegna cinematografica veneziana lo scorso mese di settembre.
Oltre al premio speciale tributato a Piccioni, per i Nastri che verranno assegnati nelle categorie “Finzione” e “Animazione”, si prefigura una grande sfida tra alcuni dei nomi più interessanti della scena italiana. Per l’animazione, tra i finalisti di quest’anno concorre un altro marchigiano, Simone Massi, con “Da ogni alba”. Massi è un animatore, regista e illustratore di Pergola, già vincitore di un David di Donatello nel 2012 per il miglior corto e di due nastri d’argento, ottenuti nel 2014 e nel 2015.
Il filmato di Piccioni, della durata di 17 minuti, racconta le dinamiche dell’allestimento scenico “Promenade de santè”, che ha visto sul set gli stessi protagonisti scenici, l’attrice anconetana Lucia Mascino e l’attore e regista perugino Filippo Timi, insieme alle prese con la messa in scena di uno spettacolo teatrale nel particolare contesto in cui tutta la cultura italiana si è trovata nel periodo tra la prima e la seconda ondata della pandemia. Mediante la realizzazione di “Preghiera della sera”, così come Piccioni aveva spiegato al pubblico della Mostra del Cinema di Venezia, assieme ai suoi attori nel backstage dello spettacolo ha voluto regalare al pubblico riflessioni e pensieri intimi. «Un racconto fuori campo, una sorta di preghiera laica che si interroga intorno a un impossibile senso di ciò che è accaduto in questi anni», ha detto il cineasta, che spera di presentare presto il suo fortunato cortometraggio ad Ascoli. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico