“Cagli l’attimo”, emozioni contemporanee. La collettiva di 21 artisti a palazzo Felici prorogata fino al 20 marzo

ToMas mima il suo quadro alla mostra “Cagli l’attimo”
CAGLI - Cittadina dall’alta vocazione artistica, patria di Eliseo Mattiacci, Cagli continua ad offrire emozioni legate all’arte contemporanea. L’ultima...

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CAGLI - Cittadina dall’alta vocazione artistica, patria di Eliseo Mattiacci, Cagli continua ad offrire emozioni legate all’arte contemporanea. L’ultima collettiva di 21 artisti a palazzo Felici ne è la testimonianza. Voluta dall’assessora alla Cultura Benilde Marini, coadiuvata dalla Casa degli Artisti di Fossombrone, “Cagli l’attimo…” è una mostra-catalogo che, dopo l’inaugurazione del 4 dicembre, è stata prorogata fino al 20 marzo. Domenica 9 gennaio, dalle 10,30, il professor Elvio Moretti, cagliese, vicepresidente della Casa degli Artisti, propone una visita guidata per illustrare le opere presenti (molti artisti sono marchigiani), inquadrandone biografia e stile prescelto.

 
Il percorso
Il percorso spazia dalla fotografia d’autore di Simonetta Panzironi, già premiata autrice per i suoi tiratissimi bianco&nero, ai video spericolati di Niccolò Amadori e di Giuliano Mammoli, fino alle emozioni sonore, quasi una performance, di Gasperini e Buroni; per la scultura ecco i grovigli ferrosi di Alberto Brutti e le onde in tempesta, coloratissime, di Valfrido Gazzetti.

Non manca l’aspetto ludico: un enorme caleidoscopio di Antonio Carbone e Lucia Di Miceli, un albero creato con cartapesta e resine da Enrico Miglio. Due star della Fiber Art vengono da Roma e sono Giulia Ripandelli e Patrizia Trevisi; qualcuno ricorda ancora il quadro montato su cavalletto? Certo, ma la tela è una vernice atossica, l’autore è Camillo Baldeschi, oppure è una lettera bianca sul bianco di Achille Quadrini.

Per la ceramica scendono in campo una fuoriclasse come Yvonne Ekman e Sisto Righi nel suo minimalismo ironico e dissacrante, artista che ha già visto tutto: dalla disperazione dei villaggi africani alle glorie della Biennale. Non si poteva dimenticare la Street Art e c’è il suo mentore cagliese: Mesh che presenta un fermo-pittura, mentre ToMas rivisita gli anni lisergici, con i colori acidi e micidiali, ma in un contesto urbano, quotidiano, (infatti si è meritato la copertina del catalogo curato da Andreina De Tomassi e Elvio Moretti, stampato per i tipi delle “edizioni bm”).

Due le sculture “quasi sacre”: un’installazione nella chiesetta della coppia Ricca-Spagnoli, e un bambino che si mangia il mondo di Mario Naccarato. Infine, due artisti che potrebbero essere padre e figlia, hanno scelto di presentare le loro opere all’aperto, in città: Antonio Sorace ha montato una delle sue mitiche Sirenette sul balcone di Patrizia Scaglioni, nel magnifico Palazzo Brancuti, proprio accanto al Teatro di Cagli, e la giovane Serena Simoncini ha fatto scendere decine di cuori illuminati da Palazzo Mochi Zamperoli. La mostra è visibile il sabato e la domenica con green pass.

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Corriere Adriatico