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Nasce in piena pandemia “In questa storia che è la mia”: è il nuovo album di Claudio Baglioni. E’ una storia “presa da un grandangolo che è la mia carriera artistica e da una storia d’amore”, dice il cantautore a Otto e mezzo, su La7. Lo descrive come “un disco fatto a mano con sonorità e ritmiche senza tempo”, un disco “fuori moda”.
Nel suo intervento in tv non è mancato il riferimento a Sanremo.
Parlando dell'emergenza Covid, dice: “Un po’ di stanchezza, sicuramente, c’è”. “Oggettivamente non è facile non provare almeno una fonte di ansia e preoccupazione”, spiega. Parlando dell’animo degli italiani un anno fa, Baglioni racconta: “Sembrava un Paese che si metteva insieme, con un po’ di speranza. Adesso sembra questo sia venuto un po’ meno”.
“In Italia penso ci sia bisogno di provvedere a una decisa campagna vaccinale e di scrivere un ottimo Recovery Plan”, prosegue. “Non bisogna tornare come eravamo prima – dice ancora il cantautore - a volte queste occasioni hanno portato a una nuova spinta. Nel dopoguerra c’era il senso della cooperazione, ora c’è il senso della competizione”.
Il cantautore non si è sottratto alle domande sulla politica. “Sì, mi fido di Mario Draghi, è indiscutibile il suo prestigio sia nazionale sia internazionale. È un uomo di grandissimo valore - commenta - Penso che la compagine governativa sia interessante, lo è nella parte nuova dei tecnici. Qualcuno ha gridato un po’ alla delusione quando ha visto il resto della compagine, quasi da preparazione galenica per dare un po’ a tutti”.
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