Gli splendidi reperti archeologici di Montefortino esposti alle Scuderie del Quirinale, c'è anche un corredo funerario di dama in oro massiccio

Una corona d’oro, parte del corredo funerario di una dama trovato nel sito archeologico di Montefortino
ARCEVIA - Tra i 450 capolavori esposti presso le Scuderie del Quirinale nella mostra “Tota Italia. Alle origini di una nazione” fino al 25 luglio spiccano la...

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ARCEVIA - Tra i 450 capolavori esposti presso le Scuderie del Quirinale nella mostra “Tota Italia. Alle origini di una nazione” fino al 25 luglio spiccano la cinquantina di opere prestate dal MANaM di Ancona. Il Museo Archeologico Nazionale delle Marche, nel lavoro collettivo di ben 36 musei di 12 regioni coordinato dal Ministero della Cultura, ha contribuito con reperti unici, testimoni delle differenze e del dialogo fra i popoli dell’epoca, fondamentali per capire l’identità e la cultura dei popoli italici prima dell’unificazione di Roma.


Nel corpus della mostra curata da Massimo Osanna e Stéphane Verger, che racconta per la prima volta lo spaccato della nascita dell’Italia da una moltitudine di lingue e di culture verso l’unità non solo politica ma anche culturale dell’età augustea, le Marche sono presenti con una selezione di opere di eccezionale rilevanza. In particolare di quelle originarie di Arcevia (per la precisione dalla necropoli di Montefortino, che risalgono al IV-III secolo a.C. e attestano la presenza dei Galli Senoni nel territorio piceno e la loro integrazione con la comunità locale), a Roma è esposto il sontuoso corredo di una dama. È composto da oggetti da mensa in bronzo e da una parure di gioielli in oro massiccio, tra cui tre corone auree, lavorati in sottilissima lamina, tanto da far pensare al prodotto di un’oreficeria greca. Mentre, dall’antica città di Civitalba, ci sono le 16 lastre del fregio di terracotta. Rappresenta un gruppo di guerrieri celti che fuggono dopo il saccheggio di un santuario. Ricco di dettagli, illustra l’abbandono disordinato di un ricco bottino sotto l’incalzare di divinità maschili e femminili ed eroi armati.
Nel prestito, c’è anche il ritratto di Augusto capite velato del I secolo d.C., il superbo simbolo della sezione romana del MANaM ma anche la bellissima “Suonatrice di kithara”, bassorilievo in marmo di un monumento funebre che risale al II-I a.C. scoperto ad Ancona nel 1853. «Partecipare a questa mostra – osserva la curatrice del Museo Archeologico di Ancona, Amanda Zanone – era davvero importante come ha sottolineato Luigi Gallo, direttore della Galleria Nazionale delle Marche a Urbino e della direzione regionale Musei Marche. Poiché è una sfida in un momento storico particolare ed è un significativo segno di ripresa». O per usare le parole del ministro Dario Franceschini «una mostra che ci consente di viaggiare nelle radici più antiche della nostra identità. Radici che ci raccontano da quanta diversità proveniamo attraverso esempi di un patrimonio che ha attraversato i secoli e ci ricorda la ricchezza che la diversità ha rappresentato e rappresenta».

La mostra è stata inaugurata il 14 maggio dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La sua sosta davanti alla vetrina dove sono custoditi i reperti arceviesi «è stato fonte di orgoglio e di grande soddisfazione per la nostra comunità», ha sottolineato il sindaco di Arcevia Dario Perticaroli. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico