ROMA - Anna Marchesini torna in scena, stasera alle 21 al Teatro Argentina, con il reading del suo Cirino e Marilda non si può fare. «Attendo con gioia - dice - di sperimentare...
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«Il protagonista di questa storia - riprende l'interprete - è il professor Pascarella, un'incantevole figura candidata ad essere travolta da quella turbolenza di emozioni da cui ha sempre procurato di tenersi distante, portatore di un universo sognato più che vissuto, una sorta di testimone solitario che sembra venire sempre da lontano e di non stare mai dove gli accade di trovarsi». A modificare il corso della vita del professore, la signora Olimpia, proprietaria della locanda dove Pascarella vive. «Olimpia è portatrice di tutto il senso comune e popolare, totalmente incapace di decifrare i comportamenti e i modi del professore, unicamente interessata a sistemare la figlia Marilda, ormai quasi quarantenne, senza tuttavia riuscire mai a procurare un approccio con il professore, tanto più che quest'ultimo sembra essere lontanissimo e immune da qualsiasi fascinazione femminile».
LA PORTA
I due mondi si incontrano mantenendo salde le proprie posizioni, al di qua e al di là della porta della stanza 12. «Quella porta, come un diaframma, separa a malapena lo spazio buio abitato dal professore dalla piena molesta e incontinente della Olimpia, che pare tracimare a ogni istante e travolgere il professore». Due anime lontane, quindi, che la vita avvicina nel più semplice dei modi per poi sconvolgerle in un precipitare tragicomico. Ed è proprio nell'esito comico e insieme tragico che può essere individuata la caratteristica comune a tutti i racconti dell'antologia, terza prova di scrittura narrativa per l'ex componente del celebre trio dopo Il terrazzino dei gerani timidi e Di mercoledì.
In Moscerine sono raccolte infatti nove storie, definite dalla stessa Marchesini «fulminee irrilevanze», che mettono sotto la lente di ingrandimento piccolissimi aspetti dell'esistenza umana per riderne fino alle lacrime. «In quasi tutte queste storie esiste un imprevisto trascurabile, un tarlo, un insetto che si insinua sornione nella trama, si intrufola, si accomoda, si incista, si nutre al buio, fa la tana, corrode, si ingrassa, crepa e deflagra sino a provocare il ribaltamento della trama e costringere a riscrivere il finale». Per informazioni, www.teatrodiroma.net
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Corriere Adriatico