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ANCONA - “Mente sana in corpo sano” diceva il poeta latino Giovenale ma oggi potremmo aggiungere “in uno spazio e in un pianeta sano”. Vivere in modo consapevole e migliorare se stessi non può prescindere dall’impegnarsi per migliorare anche l’ambiente in cui viviamo. Perché è impossibile stare bene e promuovere la propria consapevolezza in uno spazio degradato e triste, nutrendosi con cibi ricavati senza il rispetto della Terra e degli animali.
Partendo da questa idea è nata una collaborazione tra Michela Galassi, architetto e ingegnere consulente alla progettazione sostenibile, e Rosella Sbarbati, biologa, nutrizionista per lo sviluppo di buone pratiche in tema di progettazione e alimentazione. Entrambe di Ancona e vicine di casa, Galassi e Sbarbati si sono rese conto di quanto siano simili le tematiche che accomunano sostenibilità ambientale e nutrizione e che l’interazione tra diverse discipline è la via più adatta per affrontare temi così complessi.
Il fine ultimo di Michela Galassi è ambizioso: arrivare alla progettazione di spazi pubblici e privati, ridisegnando il territorio in chiave sostenibile. «L’obiettivo a breve termine - aggiunge Galassi - è invece più alla portata di tutti: iniziamo dalle nostre piccole realtà. Cerchiamo di intervenire negli ambiti semi-pubblici e di suggerire strategie innovative per riorganizzarle. Il vero cambiamento nel vivere il territorio può concretizzarsi solo dalla presa di coscienza della comunità locale, l’unica in grado di comprendere i benefici a lungo termine della salvaguardia e della valorizzazione dei luoghi in cui vive. Per questo è fondamentale far crescere la consapevolezza e mettere a punto strategie condivise». Michela Galassi, che interverrà insieme a Rosella Sbarbati all’incontro dell’Alchimista all’Opera di domenica prossima dedicato alla sostenibilità, conclude: «Prenderemo esempi di buone pratiche che sono state realizzate finora, studiando come queste possano essere introdotte anche nel nostro territorio. Perché ogni luogo è a sé stante ed è proprio l’unicità culturale, tipica quella italiana, che alimenta la biodiversità e stimola l’evoluzione».
Negli ultimi 50 anni i metodi di produzione di cibo e gli stili alimentari sono drasticamente cambiati. Siamo passati da un’economia che forniva cibi in quantità limitata ma di buona qualità, in linea con le abitudini salutari dell’alimentazione mediterranea, a un’enorme offerta di alimenti di scarsissima qualità. «L’alimentazione sostenibile è anche etica - aggiunge Rosella Sbarbati - ed è quella che ci nutre adeguatamente, ci procura piacere e nello stesso tempo è economica ed ecologica. La produzione di alimenti è tra le cause più importanti dei cambiamenti ambientali globali, poiché influenza il clima, la perdita della biodiversità, lo spreco delle acque dolci e provoca emissione di gas-serra». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico