L'universo un sistema ordinato in modo comprensibile, secondo modelli

Un "tappeto" di stelle
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ANCONA - Secondo la visione della scienza occidentale l’universo è un sistema meccanico e in gran parte inanimato, una specie di super-macchina che si è creata da sé ed è governata da leggi impersonali. E anche la vita, la coscienza e l’intelligenza sarebbero prodotti più o meno casuali della materia. L’astrologia, che considera il cosmo con uno scopo e un ordine, è in totale disaccordo con questa visione.

 

L’astrologia riflette il significato originale della parola greca “kosmos”, la quale descrive il mondo come un sistema ordinato in modo comprensibile, secondo modelli come parte integrante del tutto. Per questa visione, la vita umana non è il risultato di forze dominate dai capricci del caso, ma segue una traiettoria preordinata, che è sintonizzata sui movimenti dei corpi celesti e può quindi, almeno in parte, essere compresa. 
Secondo l’astrologo e filosofo Richard Tarnas, l’astrologia potremmo spiegarla in questo modo. Se guardo il mio orologio, che ha l’ora esatta e segna le sette in punto, posso pensare che tutti gli orologi nella stessa fascia oraria e altrettanto ben regolati, segneranno anch’essi le sette. Ciò naturalmente non significa che il mio orologio abbia un’influenza diretta sugli altri orologi. Tutti questi eventi sarebbero sincronizzati con il tempo astronomico, una dimensione nascosta che non si può percepire direttamente. Così, in astrologia, i movimenti dei pianeti e gli aspetti geometrici di questi sono correlati agli eventi del mondo. Dato che i pianeti sono visibili, essi possono essere usati per capire “che ora è” nella dimensione degli archetipi pensando a un effetto sincronico. Il principio di sincronicità come alternativa importante alla causalità lineare fu per la prima volta descritto dallo psichiatra svizzero Carl Gustav Jung che ebbe una lunga frequentazione con il fisico Wolfgang Pauli, tra i padri fondatori della meccanica quantistica.
Come abbiamo già accennato in queste pagine, l’astrologia è molto antica. Nata probabilmente già nel terzo millennio a.C. in Mesopotamia, da lì si è diffusa in Grecia e in India. Si basa sulla dottrina della “simpatia universale” che considera il mondo come organismo vivente e animato, per cui tutte le cose si attraggono e si scambiano, permettendo all’unico essere che è in tutto di combinarsi variamente. Il suo principio base è espresso dalla frase “come in alto, così in basso” ovvero ritiene che il microcosmo della psiche umana rifletta il macrocosmo e che gli eventi terrestri rispecchino quelli celesti. Nella Grecia dell’era ellenistica, gli astrologi perfezionarono i calcoli astronomici e assegnarono specifiche divinità mitiche ai singoli pianeti.


La comprensione del significato dei pianeti, le loro posizioni e aspetti geometrici, e le loro specifiche influenze sulla vita umana furono riuniti per la prima volta in una sintesi unificata da Claudio Tolomeo nel II secolo d.C. Nei secoli successivi, generazioni di astrologi ampliarono, revisionarono e perfezionarono il sistema. Come spiega Tarnas nel suo libro “La passione della mente occidentale”, l’astrologia ha dominato per molti secoli religione, filosofia e scienza dell’Europa pagana e poi cristiana. Gli astrologi moderni, grazie ai progressi astronomici resi possibili dalla scoperta del telescopio, hanno aggiunto poi all’antico sistema basato su sette pianeti (fino a Saturno) i tre pianeti esterni – Urano, Nettuno e Plutone – e ne studiarono e descrissero il significato. L’astrologia fu tra le vittime del razionalismo e del pensiero di Cartesio che propose una netta separazione tra mente e natura.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico