ANCONA - “Tosca” è opera del grande repertorio lirico, ma complessa da rappresentare: per la consonanza di intenti scenici, vocali e musicali che essa richiede...
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Entrando nel merito dello spettacolo, dopo l’introduzione del direttore Velia Papa (a cui alla fine è seguito l’intervento dell’assessore Marasca), De Vivo ha subito esordito affermando che la presente edizione è quasi un film su “Tosca”, che cioè il pubblico la potrà rivivere con un linguaggio cinematografico. E ha quindi indicato, con volo pindarico incisivo e meditato, Giacomo Puccini (e con lui Gustav Mahler) come una sorta di creatore ante litteram (anche se per un breve spazio) della tecnica cinematografica: per la sua capacità di operare sui campi lunghi per i “luoghi” dell’opera, improntando dei veri e propri piani-sequenza. Basti pensare ad esempio, nell’atto terzo di “Tosca”, all’immagine dilatata della piattaforma di Castel Sant’Angelo, con San Pietro sullo sfondo, sulla quale a poco a poco si dilata la luce dell’alba. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico