«La Tosca che vedrete alle Muse sarà un'opera cinematografica»

Il cast dell'opera Tosca
ANCONA - “Tosca” è opera del grande repertorio lirico, ma complessa da rappresentare: per la consonanza di intenti scenici, vocali e musicali che essa richiede...

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ANCONA - “Tosca” è opera del grande repertorio lirico, ma complessa da rappresentare: per la consonanza di intenti scenici, vocali e musicali che essa richiede affinché risultino compiutamente espresse le variegate sue sfaccettature di composizione ricca di momenti realistici di marcata evidenza drammatica, di espressioni erotico-passionali che acquistano in Scarpia, l’aguzzino capo della polizia papalina, sottili venature di sadismo; di una struggente mozione degli affetti che si piega al più intenso e coinvolgente lirismo. Il taglio scenico conferito alla “Tosca” a cui assisteremo venerdì 14 ottobre al Teatro delle Muse (con replica la domenica a seguire), così come è stata illustrata nell’incontro con la stampa di ieri dal direttore artistico Vincenzo De Vivo - con la sua consueta, affabulatoria chiarezza espositiva -, sembra rispondere a tutti i requisiti per una messa in opera in sintonia non solo con l’affascinante partitura, ma anche con l’atmosfera particolare che vi si respira, pur attraverso l’adozione di soluzioni teatrali innovative e comunque del tutto pertinenti. 


Entrando nel merito dello spettacolo, dopo l’introduzione del direttore Velia Papa (a cui alla fine è seguito l’intervento dell’assessore Marasca), De Vivo ha subito esordito affermando che la presente edizione è quasi un film su “Tosca”, che cioè il pubblico la potrà rivivere con un linguaggio cinematografico. E ha quindi indicato, con volo pindarico incisivo e meditato, Giacomo Puccini (e con lui Gustav Mahler) come una sorta di creatore ante litteram (anche se per un breve spazio) della tecnica cinematografica: per la sua capacità di operare sui campi lunghi per i “luoghi” dell’opera, improntando dei veri e propri piani-sequenza. Basti pensare ad esempio, nell’atto terzo di “Tosca”, all’immagine dilatata della piattaforma di Castel Sant’Angelo, con San Pietro sullo sfondo, sulla quale a poco a poco si dilata la luce dell’alba.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico