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ANCONA - Astrologia e Tarocchi sono due popolari giochi di società. Quando ci innamoriamo andiamo subito a vedere se c’è affinità tra il nostro segno zodiacale e quello della persona che ci piace oppure estraiamo una carta dai Tarocchi per vedere se “ci ama”. Tuttavia, come avete potuto leggere in queste pagine l’Astrologia è un sistema altamente più complesso. Cosa hanno dunque in comune queste due tecniche divinatorie? Entrambe lavorano con i simboli, i quali sollevano nuovi interrogativi. Hanno bisogno di essere interpretati. L’uso di un linguaggio figurativo è comune sia all’Astrologia che ai Tarocchi. L’universo dei Tarocchi ci dà immagini complete della nostra vita. In questo senso, i Tarocchi costituiscono un ottimo complemento all’Astrologia. Ma che cosa significa leggere i
«Imparare a leggere i Tarocchi - spiega Riccardo Minetti, redattore capo de Lo Scarabeo che interverrà domenica 14 febbraio a un evento organizzato dall’Alchimista all’Opera, insieme alla delegazione Roma e Lazio del Centro Italiano Discipline Astrologiche - significa prima di tutto fare un viaggio di ricerca personale. È prima un’esperienza e solo dopo informazione.
Non mi stancherò mai di ripeterlo: i Tarocchi, così come l’Astrologia, utilizzano un linguaggio che si basa sull’interpretazione personale di simboli e, perciò, nella lettura c’è una forte componente di soggettività. Ci sono persone che non fanno nulla senza aver prima consultato i Tarocchi, o aver letto il proprio oroscopo, altre che chiedono continuamente delle letture che confermino quello che loro voglio sentirsi dire. Questo è uno dei modi peggiori per utilizzare i Tarocchi e l’Astrologia che non devono mai diventare una forma di dipendenza. Il loro compito è di aiutarci a diventare artefici del nostro destino e non a renderci schiavi. Se ci rendiamo conto che stiamo indirizzando la nostra vita in funzione delle carte o dei passaggi dei pianeti per un po’ sospendiamo le letture e magari utilizziamo le immagini dei Tarocchi o il nostro Tema Natale per la meditazione, come se fossero dei mandala i disegni geometrici che rappresentano simbolicamente l’universo e vengono tutt’oggi utilizzati come strumento di meditazione nelle cerimonie buddiste.
Chi usa i Tarocchi sa che quando si fanno delle letture per se stessi e per gli altri i simboli e le immagini delle carte suggeriscono analogie con eventi ed esperienze reali. Questo può essere ricondotto al fenomeno della sincronicità, descritto dallo psicologo svizzero Carl Gustav Jung, per spiegare alcuni fenomeni della sfera psichica come, per esempio, la telepatia. Secondo Jung due eventi possono essere correlati tra loro anche in assenza di una relazione causa-effetto. Per esempio: pensiamo a un nostro amico e, proprio in quel momento, ci telefona. La sincronicità potrebbe spiegare l’analogia che si crea tra la carta che esce, estratta a caso, e la situazione su cui si sta indagando. Questo perché visiamo in un mondo interconnesso e c’è una relazione sottile tra la nostra vita e il mondo intorno a noi. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico