ANCONA - La street art lascia i muri della città per entrare in galleria. Succede con Run, nickname di Giacomo Bufarini, artista anconetano di murales, molto affermato...
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Ecco spiegato il titolo della personale: “Fuori luogo”. Un artista che dipinge da sempre sulle pareti esterne delle case, su muretti di recinzione, su facciate di chiese, da Londra al Senegal ovunque nel mondo, per una volta si rinchiude nelle due sale di una galleria. Per uscirne, e invadere Ancona. Potete riconoscere le riproduzioni tra i manifesti pubblicitari, potete staccarle e portarle a casa, e riconoscete subito le sue campiture di colore ardito, il segno inconfondibile, tra la memoria etnica e la visione onirica. Se non riuscite a individuarle, venite prima alla Galleria Puccini, dove la mostra, allestita col sostegno dell’assessorato alla Cultura del Comune, si inaugura oggi alle 18. E poi tornate in strada, a cercare le fotografie in formato manifesto delle sue opere.
«Per me è la realizzazione di un sogno: quello di vedere le mie creazioni sotto gli occhi della gente, come i miei murales, ma questa volta moltiplicate in serie. Una meta importante, soprattutto perché la raggiungo nella mia città natale».
Dopo l’Istituto d’Arte, Giacomo Bufarini si è lasciato conquistare dall’arte urbana, ha bruciato le tappe e oggi i suoi murales si possono ammirare in molti spazi pubblici, dall’Inghilterra, dove risiede, al Marocco, alla Cina, alla Polonia e alla Russia. Ha partecipato a manifestazioni e festival e sue opere sono presenti anche ad Ancona, all’ingresso delle scuole Faiani, in un murale collettivo all’ingresso della galleria di San Martino, nel parcheggio di via Cialdini.
«I manifesti affissi per la città sono come la pelle di un serpente che muta, lasciando cadere pezzi di storia che appartiene a ognuno di noi», scrive Giacomo sul catalogo, un cofanetto che contiene le riproduzioni delle opere in mostra, assieme al racconto autografo di un sogno. E sono come sogni, le immagini di Run: visioni di volti, espressioni grifagne nella magia della notte stellata e ombre di mani sul colore, nature morte con armi innocue, oggetti della vita comune. Un bellissimo ritratto di donna africana velata di drappeggi dal colore del legno sembra chiedere il silenzio al bla bla incessante del mondo occidentale spaventato dalle immigrazioni di massa. È il ruolo della street art, quello di comunicare a tutti un messaggio di colore e di vitalità, un richiamo contemporaneo alla tradizione dell’arte, strumento pubblico di divulgazione di concetti e bellezza.
Lucilla Niccolini Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico